Quando arriva settembre, le giornate si accorciano, le foglie iniziano a cambiare colore e anche dentro di noi qualcosa rallenta. Inizia l’autunno: una stagione di rinnovamento e riflessione. Le scuole e le università riaprono i cancelli, le aziende riprendono a pieno ritmo con i loro obiettivi e nuovi progetti. Dopo l’estate, settembre è il momento perfetto per fare ordine, pianificare il futuro, fissare nuovi traguardi e ripartire con il pieno di energie. E proprio per questo motivo, credo che il 成语 più adatto per questo periodo dell’anno sia 春华秋实 (chūn huá qiū shí).
Letteralmente significa “Fiori in primavera e frutti in autunno”. Si tratta di un’immagine molto semplice, ma che racchiude una profonda saggezza. Nella cultura cinese, questo chengyu è usato per esprimere il legame tra talento e virtù, impegno e risultati, apparenza e sostanza. Ci ricorda che ogni cosa ha bisogno di tempo per crescere: senza semina non c’è raccolto.
L’origine di 春华秋实 affonda le radici in un episodio del periodo dei Tre Regni. Il letterato 邢颙 (Xing Yong) venne nominato precettore del principe Cao Zhi, ma fu presto messo in ombra da Liu Zhen, famoso per la sua prosa elegante e brillante. Preoccupato che il principe stesse dando troppa importanza all’apparenza e dimenticando il valore della sostanza, fu proprio Liu Zhen a pronunciare queste parole:
“采庶子之春华,忘家丞之秋实”
“Cogli i fiori di primavera del funzionario minore, ma dimentichi i frutti d’autunno del tuo precettore.”
Questa frase divenne la base del chengyu, che nel tempo è diventato sinonimo di causa ed effetto, studio e risultati, semina e raccolto.
Ancora oggi 春华秋实 viene usato in molti contesti moderni. Nel 2022, ad esempio, il Comitato Permanente del Consiglio del Popolo della città di 吕梁 (Lüliang) ha aperto il suo rapporto annuale con queste parole:
“一年砥砺奋进,一年春华秋实。”
Un anno di sforzi instancabili, un anno di fiori e frutti.
Le autorità hanno voluto sottolineare il legame tra l’azione continua e i risultati raggiunti nel campo della legislazione, dell’ambiente, dell’educazione e del benessere della popolazione. Lo stesso chengyu è stato usato anche in un importante discorso nazionale del 2019, pubblicato da 新华网 (Xinhua News), in occasione dei 70 anni dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese:
“70年风雨兼程,70年春华秋实。”
70 anni di cammino tra tempeste e fioriture, 70 anni di primavera e autunno.
Un modo poetico e diretto per sintetizzare il lungo percorso di sviluppo e i risultati raggiunti in campo educativo, economico e sociale. Ma 春华秋实 è anche fonte d’ispirazione artistica. Il compositore 王云飞 (Wang Yunfei) ha scritto nel 2015 un brano per orchestra tradizionale cinese dal titolo《春华秋实》, dedicata a chi lavora con dedizione senza cercare ricompense immediate.
“奉献虽不计回报,但终将结出硕果。”
“Anche se la dedizione non cerca ricompensa, alla fine porterà a un raccolto generoso.”
春华秋实è molto più di una metafora: è un promemoria. Dopo mesi di studio, di relazioni coltivate, di piccoli gesti quotidiani, settembre è il momento in cui iniziamo a raccogliere i primi frutti. A volte non ce ne accorgiamo subito, ma qualcosa è maturato dentro di noi: una nuova consapevolezza, una lezione imparata, un cambiamento silenzioso. 春华秋实 ci ricorda che la vera saggezza arriva col tempo. Non bisogna giudicare solo i fiori, ma anche i frutti. In italiano diremmo: “Chi ben semina, ben raccoglie.” oppure “raccogli ciò che semini”.
E allora, in questo settembre, forse vale la pena fermarsi un attimo e chiederci: quali frutti sto raccogliendo adesso? E che semi voglio piantare per la prossima stagione?
Tania Vendemia
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https://dict.idioms.moe.edu.tw/idiomView.jsp?ID=870&la=0&webMd=2&utm_source=chatgpt.com
https://www.sxllnews.cn/xyllrb/pc/con/202302/23/c139864.html?utm_source=chatgpt.com
http://www.xinhuanet.com/politics/2019-09/21/c_1125022823.htm?utm_source=chatgpt.com
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Settembre è un po’ il mese in cui si ricomincia, come Gennaio ma con più calma e saggezza. Come serie tv per questo mese voglio proporti un titolo leggero e lento, che potrebbe tenerti facilmente compagnia davanti ad una bella tazza di thè caldo.
Si tratta di Meet Yourself 去有风的地方 , un drama contemporaneo di 40 episodi andato in onda sia su MangoTelevision che Hunan TV nel gennaio del 2023. La serie è diretta da Deng Zi Guanfg, già regista di Find Yourself 下一站是幸福 nel 2020, e scritta insieme al duro lavoro di Shui qian mo e Wang xiong cheng, due sceneggiatori piuttosto popolari per la MangoTV .
Nel cast troviamo principalmente Liu Yifei come attrice femminile e Li Xian come attore maschile.
La protagonista è Xu Hongdou, ha quasi 30anni e lavora nel settore dell’ospitalità da moltissimo tempo come responsabile della reception in un hotel a cinque stelle a Pechino (beh, non male no?). Ha un’amica molto cara, Chen Nanxing, con la quale sogna di viaggiare e scoprire le bellezze dello Yunnan, ma alla quale viene diagnosticata una malattia che la porterà a morire poco dopo. Questo avvenimento non solo sconvolge la protagonista nel profondo, ma la porta ad interrogarsi sul senso della vita, se ha senso sacrificarsi e lavorare così duramente. “Mi sento come in un incubo, persa nel deserto (...) qual è la vita che voglio?” dice Xu in preda allo sconforto.
La giovane decide di realizzare il sogno che per anni aveva desiderato e pianificato con la sua amica, scegliendo di trasferirsi nello Yunnan. Così, di punto in bianco, lascia il suo lavoro per partire alla volta di un piccolo e remoto villaggio chiamato Yunmiao, con la sensazione di farlo non solo per sé stessa, ma anche per la sua amica. In questo viaggio della durata di 3 mesi, la giovane vive in un b&b lontano dalla vita a cinque stelle a cui era abituata. Vedrà tutti i paesaggi che prima immaginava e che sentiva così irraggiungibili a causa degli impegni di lavoro e, soprattutto, conosce nuove persone. Persone calme, tranquille che vivono la loro “slow life” ma che come lei hanno dietro le loro esperienze, paure e voglia di cambiare e rinnovarsi.
Tra questi incontra il giovane, bello e caloroso Xie Zhiyao che, come lei, ha lasciato un lavoro ben pagato per tornare nel suo villaggio natio e lavorare lì.
Il drama si intitola così perché la protagonista non cerca solo un modo per commemorare il suo passato, ma perché dopo la scomparsa della sua amica si trova piena di dubbi e incertezze, si sente stretta nella vita caotica di città. É alla ricerca di se stessa, dello scopo della vita e le persone che incontra sono il segnale positivo del viaggio che sta facendo. Ogni episodio è pieno di guarigione e conforto. Durante il viaggio attraversa le fasi del dolore causati dalla perdita dell’amica, ma con il tempo troverà l’amore e il benessere.
La protagonista si metterà in gioco, godendosi le piccole cose che trascurava nella sua vita da grande città, come rilassarsi, leggere un libro, mangiare del buon cibo, o, semplicemente, dare da mangiare ad un gattino. Vive un momento di perdita e di transizione, simile all’autunno che ci invita a riconnettersi con il mondo circostante e a trovare serenità nelle cose semplici.
In conclusione, Meet Yourself non è un dramma cupo: ha un tono leggero e lento, caldo e quasi poetico, ricco di paesaggi rurali che evocano quiete e introspezione. È la storia di una donna che ci dimostra come la saggezza non nasce sempre dai grandi drammi o dalle lezioni teoriche, ma spesso dalla capacità di rallentare e osservare. Questa serie ci invita ad “andare dove ci porta il cuore” (o il vento)!
Chiara Fonti
Meet Yourself Drama Review - Cnovelholic.com
Review of Meet Yourself: A Beautiful Yearning - Chinese Drama Reviews - CNVIX
In Cina lo straordinario sviluppo economico degli ultimi decenni ha promosso un benessere non indifferente, ma allo stesso tempo ha anche causato o lasciato irrisolti squilibri gravi a livello strutturale, sociale, culturale. Accanto a un numero crescente di ricchi e super ricchi, convivono ancora milioni di persone in condizioni di estrema povertà. Per rafforzare il proprio consenso interno e migliorare l'immagine della Cina sullo scacchiere internazionale, il governo guarda con rinnovato interesse alle radici del suo patrimonio culturale, riscoprendo i principi etici del confucianesimo, garanti del "buon governo" e di quella "società armoniosa" che hanno caratterizzato l'impero per oltre duemila anni.
Il ritorno a Confucio in Cina, oggi, è un fenomeno complesso che intreccia tradizione e mercato. La filosofia confuciana, il cui focus si basa su armonia sociale, rispetto gerarchico e moralità, sta vivendo una sorta di rinascita sia come strumento di legittimazione del potere che come risposta a bisogni sociali odierni. Contemporaneamente però, il rapido sviluppo economico e l'apertura al mercato hanno creato nuove dinamiche, sfidando e trasformando le strutture sociali tradizionali.
Il governo cinese ha sempre promosso il confucianesimo come parte della "cultura tradizionale cinese", utilizzandolo per rafforzare l'identità nazionale, il senso di appartenenza e il consenso politico. I valori confuciani, come il rispetto per gli anziani, l'importanza della famiglia e l'armonia sociale, sono ancora molto radicati nella società cinese e influenzano le relazioni interpersonali e il comportamento individuale. Questo ha infatti portato ad un crescente interesse per la filosofia confuciana, mostrando importanti disuguaglianze sociali e mettendo alla prova i valori di armonia e rispetto.
Da dove nasce questo interesse? Nel corso degli anni, con la globalizzazione, la tradizione confuciana è stata anche oggetto di commercializzazione, utilizzata per promuovere prodotti e servizi, spesso anche in modo distorto e superficiale. Non è passato inosservato il conflitto tra tradizione e modernità, legato sicuramente all’apertura del mercato cinese al mondo esterno. La principale paura è perciò, che il confucianesimo venga ridotto ad un semplice slogan di simboli senza una reale comprensione di ciò che lo caratterizza per davvero.
A seguito di questa breve premessa, il libro che ti consiglio di leggere questo mese è “Ritorno a Confucio: la Cina di oggi tra tradizione e mercato” di Maurizio Scarpari, pubblicato nel 2015.
Il libro prova a rispondere alle seguenti domande: Perché il confucianesimo è tornato alla ribalta in Cina? Perché al pensiero di Confucio – già messo al bando dalla Cina maoista, che lo considerava un retaggio feudale – attingono oggi costantemente sia la retorica ufficiale del Partito comunista cinese sia le politiche sociali del governo? Quali sono i limiti dell’utilizzo del confucianesimo come elemento costitutivo di un possibile soft power cinese?
Il libro può essere diviso in due parti. La prima si concentra su tutte le contraddizioni dello sviluppo economico (dall’inquinamento alla disparità di reddito) e delle politiche sociali (dalla pianificazione delle nascite al welfare, dal sistema di registrazione della residenza all’istruzione) degli ultimi decenni. Queste ultime, infatti, aiutano a comprendere come mai in Cina si registri un senso di vuoto morale, che il richiamo al confucianesimo vorrebbe quindi colmare attraverso le nuove narrazioni del “sogno cinese” (Zhongguo meng, 中国梦), del “rinascimento cinese”, e dei “quattro principi onnicomprensivi”.
La seconda parte, invece, osserva, attraverso quelle che possiamo chiamare le lenti del confucianesimo, lo sviluppo nella Cina di Xi Jinping dei rapporti del potere, il quale vorrebbe raggiungere una nuova forma di legittimazione che non sia legata solo al benessere economico, ma che vada oltre l’aspetto politico-economico e si avvicini sempre di più al benessere sociale.
Per questo motivo, il governo sta cercando di promuovere un nuovo concetto di “armonia” anche nelle relazioni internazionali, concentrandosi su una nuova politica basata su nuove forme di relazioni tra grandi potenze.
Ma, che piaccia o meno, il gap tra retorica e realtà tende a esser presente.
In sintesi, il testo di Maurizio Scarpari, analizza quello che può essere definito come “il paradosso cinese” tra crescita economica e recupero dei valori tradizionali”. Un paese che da un lato, nel corso di pochi decenni, ha saputo realizzare una crescita economica miracolosa, riuscendo a “migliorare in modo consistente le condizioni di vita di gran parte della popolazione e a raggiungere uno status internazionale di primo piano”, ma dall’altro, in conseguenza del suo frenetico sviluppo, ha dovuto pagare prezzi altissimi, quali “squilibri e disuguaglianze gravi” che hanno messo a dura prova la tenuta sociale e ingenerato un diffuso senso di crisi.
Scarpari illustra le disuguaglianze sociali createsi a partire dall’affermazione dell’economia di mercato, osservando come, se da una parte si contano oggi in Cina "più miliardari che in qualsiasi altro paese al mondo, Stati Uniti esclusi, dall’altra milioni di persone vivono ancora in condizioni di estrema precarietà, prive di reali tutele per il presente e di garanzie per il futuro”. Nel trattare questi problemi sociali, Scarpari si focalizza anche sull’azione politica dell’attuale leader del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping, il quale, da quando è salito al potere nel 2012, ha avviato una profonda ristrutturazione del paese, mirata a correggere le molte disfunzioni e diseguaglianze createsi durante il periodo del boom economico, e ha aperto una stagione di grande espansione politica, economica e culturale, tesa a creare un’immagine rassicurante della Cina.
Ritorno a Confucio è un lavoro molto importante, proprio perché sa unire l’osservazione meticolosa della realtà sociale della Cina odierna con l’indagine di alcune delle più significative dinamiche culturali che la governano.
L’influenza della Cina nel mondo è ormai enorme, per cui “migliorare la nostra conoscenza della Cina significa migliorare la conoscenza di noi stessi e della realtà in cui vivremo nel prossimo futuro”.
Veronica Picardi
Fonti: libro Ritorno a Confucio di Maurizio Scarpari
L’autunno è la stagione perfetta per rallentare, respirare e prendersi il tempo di gustare le cose semplici. In questo periodo in cui le lunghe giornate estive iniziano a lasciare il passo ad atmosfere fresche e pungenti, un piatto tradizionale che riscalda, diventa un invito a dedicarti del tempo per gustare sapori ricchi ed autentici.
Oggi ti presento l’ "Hot and Sour Cabbage" — un piatto cinese che combina sapori forti e delicati ed invita a vivere il momento presente durante la preparazione e l’assaggio.
Questo piatto, chiamato anche Suancai (酸菜), è molto diffuso nel Nord della Cina. Si tratta di cavolo fermentato, un alimento che favorisce la digestione e la salute, e che richiede tempo e pazienza per essere preparato: un vero esercizio di saggezza.
Prepararlo richiede concentrazione: il taglio delle foglie, la cottura, la combinazione di sapori piccante e acido sono passaggi che aiutano a prendersi il proprio tempo.
L’unione del sapore piccante e acido rappresenta l’armonia tra opposti — un principio centrale della cultura cinese. Il colore acceso del cavolo, il profumo intenso e la consistenza croccante sono anche un piacere per gli occhi, un delicato invito ad apprezzare la bellezza che si trova anche nelle cose più semplici.
Lista degli ingredienti e preparazione
1 cavolo cinese
2 cucchiai di aceto di riso
1 cucchiaio di salsa di soia
1 cucchiaino di zucchero
1-2 peperoncini rossi secchi
1 spicchio di zenzero fresco
2 spicchi di aglio
1 cucchiaio di olio di sesamo
Pepe nero a piacere
Cipollotto affettato (per decorare)
Taglia il cavolo a fette sottili con attenzione, cercando di essere presente in ogni gesto. In una wok o padella, scalda l’olio di sesamo e soffriggi aglio, zenzero e peperoncini, ascoltando i suoni e concentrandoti sul momento.Aggiungi il cavolo e mescola lentamente, lasciandolo ammorbidire ma restare croccante.Versa l’aceto, la salsa di soia e lo zucchero, mescolando con calma.Aggiungi pepe nero e cuoci a fuoco medio-basso per 3-5 minuti.Servi caldo, decorando con cipollotto e qualche goccia di olio di sesamo.
Tradizionalmente, questo piatto veniva fermentato per settimane, simbolo di pazienza e rispetto dei tempi della natura.
Oggi, anche se si consuma più fresco, mantiene il suo valore simbolico di calma e armonia. Preparare e gustare questo piatto è un’occasione per fermarsi, respirare e osservare i colori e i profumi, senza fretta, come un vero esercizio di mindfulness.
Un ottimo piatto per accogliere l’autunno dedicandoti una piccola coccola culinaria.
Laura Bennardo
Hot and Sour Cabbage - The Woks of Life
Suan Cai | Local Preserved Cabbage From China, East Asia | TasteAtlas
In un'epoca dominata dalla velocità e dall'efficienza, la saggezza tradizionale cinese ci invita a riscoprire il valore del tempo e dell'armonia con i cicli naturali. L'autunno, stagione di raccolta e riflessione, simboleggia il momento ideale per questo ritorno alla saggezza.
Il Bazi (八字), o "Quattro Pilastri del Destino", sviluppato durante la dinastia Tang e perfezionato nella dinastia Song da Xu Ziping, è un sistema astrologico che analizza l'anno, il mese, il giorno e l'ora di nascita di una persona per comprendere le influenze energetiche sulla sua vita. Attraverso l'analisi dei Quattro Pilastri, è possibile individuare i momenti propizi per l'azione e quelli più adatti alla riflessione, in sintonia con i cicli stagionali e le energie cosmiche.
In particolare, l'autunno, associato all'elemento Metallo, nel Qing Nang Jing (青囊经), è considerato un periodo ideale per la purificazione e la riorganizzazione degli spazi, favorendo così la chiarezza mentale e la preparazione per i mesi successivi.
Vediamo quindi cinque passi percorribili per avvicinarsi a questa forma di saggezza:
1. Fermarsi — quando il corpo e il cielo lo chiedono
Nella lettura del BaZi, ci sono momenti in cui gli elementi che ci sostengono sono deboli o assenti. In quei periodi, insistere porta a stanchezza, confusione e spreco di energie. Fermarsi significa, per esempio, prendersi una pausa da decisioni importanti, rimandare un cambiamento drastico, oppure dedicare del tempo al silenzio. È il primo gesto per tornare a se stessi.
2. Ascoltare — il ritmo della propria energia
Ogni Carta BaZi ha un equilibrio sottile tra gli elementi (Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua). Quando uno prevale o manca, il corpo e l’animo lo manifestano: insonnia, irritabilità, stanchezza cronica. Ascoltare significa, nella pratica, monitorare i propri stati fisici ed emotivi in relazione ai cicli lunari o stagionali, annotare i propri picchi di lucidità o fatica, e riconoscere quando “forzarsi” è inutile
3. Coltivare — le abitudini che nutrono il Qi
Nel BaZi non si tratta di “cambiare chi si è”, ma di coltivare ciò che sostiene il proprio equilibrio energetico. Questo può voler dire:
- scegliere orari e luoghi coerenti al proprio elemento dominante,
- limitare persone o ambienti che drenano energia,
- introdurre pratiche regolari (qigong, meditazione, scrittura, cucina) che rafforzano la propria “struttura”.
È un lavoro sottile ma concreto, che dà risultati visibili nel tempo.
4. Affidarsi — accettare che non tutto si controlla
Quando una fase del proprio Decennio (大运) è “sfavorevole”, la miglior scelta è non combattere il flusso. Affidarsi non è passività, ma consapevolezza attiva:
- fare solo ciò che è essenziale,
- lasciar andare progetti che non decollano,
- fidarsi dei tempi, invece che forzarli.
È in questi momenti che si sviluppa la vera resilienza.
5. Offrire — ciò che si è imparato
Dopo un periodo di armonizzazione, si diventa capaci di condividere la propria saggezza senza invaderla. Offrire può significare:
- dare ascolto sincero a chi attraversa lo stesso caos che abbiamo vissuto,
- offrire il proprio tempo senza aspettativa,
- trasformare la propria esperienza in nutrimento per altri, anche solo con una parola gentile.
I cicli del BaZi ci insegnano che la saggezza non si conquista tutta in una volta, ma si matura nel tempo, seguendo il ritmo del Cielo e quello del cuore. Ogni stagione del nostro destino ha un valore: l’inverno del silenzio, la primavera delle intuizioni, l’estate delle decisioni, l’autunno della comprensione.
In un’epoca che spinge alla fretta, ritornare alla saggezza significa ritornare alla lentezza, alla profondità, al rispetto per il proprio tempo interiore. Non è un passo indietro, ma un passo verso sé stessi. Ed è forse l’atto più rivoluzionario — e naturale — che possiamo compiere.
Chari De Santis
- Xu Ziping (徐子平), Yuanhai Ziping (渊海子平)
- Yang Yunsong (杨筠松), Qing Nang Jing (青囊经)
- Liu Ji (刘基), Di Tian Sui (滴天髓)