Chengyu del mese: 大公无私 “Agire per il bene comune”
In Cina, ancora oggi, chiacchierando con amici cinesi, capita di ricevere l'appellativo di “Marco Polo dei tempi moderni”, data la nazionalità italiana e lo spirito di intraprendenza nell'aver scelto la Cina come meta del proprio viaggio. Marco Polo, come e' noto, godeva di ottima fama e di fiducia presso la corte del Gran Khan Kubilai. Il suo ruolo di ambasciatore, consigliere, conoscitore della cultura occidentale, la sua abilita' di portare a corte notizie sempre dettagliate, interessanti, ed oggettive, raccolte durante i suoi spostamenti, ha ispirato la scelta del chengyu di questo mese.
Durante il periodo delle primavere e degli autunni, il re convoco' Qi Huang Yang, un nobile ufficiale, per chiedergli un importante consiglio su chi potesse essere il candidato ideale per la posizione di magistrato della contea di Nanyang, rimasta vacante.
Qi Huang Yang suggeri' il nome di Xie Hu. Il re rimase stupito della scelta, in quanto il padre di Qi Huang Yang perse la vita proprio per mano di Xie Hu. Il re gli chiese cosa lo spingesse ad indicare il suo nome, pensando che Xie Hu fosse un suo nemico. La risposta ottenuta, contribui' ad aumentare lo stupore del re: “Sua maesta' non mi ha domandato quale fosse la mia opinione personale su Xie Hu, ma chi potesse essere la persona piu' competente per il ruolo di magistrato e penso che questa persona sia Xie Hu.”
Xie Hu, nominato magistrato della Contea di Nanyang, si dimostro' all'altezza del compito guadagnandosi ammirazione e rispetto, confermando di essere la persona giusta per il ruolo.
In una seconda occasione, il re chiese consiglio a Qi Huang Yang su chi potesse essere il candidato ideale per il ruolo di giudice di corte. Qi Huang Yang suggeri' con sicurezza Qi Wu, suo figlio. Il re, nuovamente stupito, chiese se non temesse, proponendo suo figlio, di scatenare dei pettegolezzi. Qi Huang Yang disse che non gli era stata richiesta la sua opinione personale su Xie Hu, ma chi, oggettivamente, fosse il candidato perfetto per il ruolo, ed in quel caso, a suo modo di vedere, corrispondeva al profilo di Xie Hu.
Il re seguì nuovamente il suo consiglio ed investì Xie Hu della nomina di giudice di corte.
Xie Hu svolse il suo compito con diligenza e competenza, confermandosi un ottimo giudice.
Confucio elogio' l'operato di Qi Huang Yang in quanto, non essendosi lasciato influenzare dalle proprie opinioni personali o dai suoi sentimenti verso le persone suggerite, diede consigli oggettivi ed imparziali, basati sulle abilita' e qualita' personali dei candidati. Da allora, Qi Huang Yang e'
associato ad una persona imparziale, che non agisce per il proprio resoconto personale o per motivi egoistici.
Da questi avvenimenti legati alla sua personalità ha origine il chengyu di questo mese che possiamo rendere con varie espressioni, “essere al di sopra delle parti”, “essere imparziali” o "agire per il bene comune".
Laura Bennardo
Fonti:
https://m.facebook.com/crilearnchinese/videos/中国故事chinese-story大公无私/1611990232228603/?_rdr
Il film del mese: Le meravigliose avventure di Marco Polo - Lo scacchiere di Dio
La locandina del film di Luglio è dedicata al viaggio, e noi non potevamo che scegliere di parlare de “Le meravigliose avventure di Marco Polo - Lo scacchiere di Dio”.
Il film del 1965 è diretto dal regista e sceneggiatore francese Denys de La Patellière. La Patellière, nella sua filmografia, ha spesso dimostrato un interesse per contesti storici complessi e storie ricche di avventura, esplorando le dinamiche umane e le interazioni interpersonali. Per 1h e 40 minuti vengono messe in scena le esplorazioni del giovane veneziano e le diverse culture e persone che incontra nel suo viaggio verso la corte cinese, con ambientazioni e costumi dell'epoca visivamente affascinanti.
Il viaggio di Marco Polo (un giovane Horst Buchholz) inizia a Venezia nel 1271 insieme al padre Niccolò e allo zio Matteo. All'epoca Venezia era tra le tre città europee più popolose con un ottimo porto per il commercio tra l'Oriente e l'Occidente, che ne faceva un importante centro per le rotte commerciali internazionali.
I Polo erano di professione esperti commercianti che viaggiavano spesso fuori l’Italia per lavoro. Il padre e lo zio di Marco erano recentemente tornati da un viaggio di 8 anni in cui erano giunti alla corte dell'imperatore mongolo Kublai Khan (interpretato da Anthony Quinn), il quale gli aveva lasciato un messaggio di pace da recapitare al Papa Gregorio X. In questo messaggio il Gran Khan esprimeva la volontà di avvicinarsi alla chiesa cristiana, richiedendo l'invio di 100 teologi che divulgassero la fede cristiana offrendo in cambio un aiuto nel ritrovare il Santo Sepolcro. Gregorio X accetta e decide di far partire nuovamente i Polo verso la Cina. Tuttavia, colpito dall'astuzia di Marco, al posto di inviare 100 maestri spedisce il giovane insieme al padre e allo zio.
Così i fratelli Polo si imbarcano da Venezia in rotta verso l'Oriente con Marco che, dopo aver salutato le sue spasimanti, aveva ricevuto il compito di consegnare un ampolla di olio santo all'imperatore cinese. Giunti ad Acri, i tre si separano e, nel viaggio verso l'ampolla accompagnato da alcuni templari, Marco inizierà il suo intrepido viaggio diventando poi quell’uomo che tutti conosciamo.
Questo film ci da chiaramente una dettagliata visione di quella che è la storia del viaggio di Marco Polo, che, come tutti sanno, è trascritta nel Milione, le memorie di viaggio di Marco in cui parla dettagliatamente del viaggio, dei personaggi incontrati come il Vecchio della Montagna, delle etnie e differenze culturali, delle difficoltà del viaggio e delle innovazioni viste per la prima volta in Cina, come i fuochi d'artificio. Una polvere magica che dipinge di colore il cielo e che i mongoli usavano come polvere da sparo e come arma d'attacco.
Ti invito dunque a guardare questo film, al momento visionabile su Prime Video oppure su dailymotion.com, per rivivere questo viaggio straordinario e a farci sapere se ti è piaciuto. Come? Scrivendoci nel Salotto del Club, ti aspettiamo!
Piccola curiosity! Su Netflix esiste anche una serie tv dedicata alla storia di Marco Polo ;)
Chiara Fonti
Fonti
https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-eb457cf7-4fd1-4f07-8666-427755dc9ef2-cinema.html
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Le_meravigliose_avventure_di_Marco_Polo_(Lo_scacchiere_di_Dio)
https://www.treccani.it/enciclopedia/marco-polo_(Dizionario-Biografico)/
https://youtu.be/y3k21ZVeJUU?si=p_R9nKT70DKOYohZ
Il libro del mese: Marco Polo di Maria Bellonci
Che tu sia un sinologo affermato o alle prime armi, ormai lo avrai sentito in tutte le salse: quest’anno ricorre il settecentenario della morte di Marco Polo, tra le figure più importanti della storia delle relazioni sino-italiane. Talmente significativo che la menzione al grande viaggiatore veneziano è quasi d’obbligo nei discorsi di insediamento degli ambasciatori o in quelli di apertura di qualsiasi incontro culturale tra i nostri paesi. Un’eredità di cui andare fieri, un vanto che stimola gli studenti a proseguire gli studi, ad approfondire la propria conoscenza e passione nei confronti di una cultura millenaria così ricca e affascinante come quella cinese.
In quest’ottica, il libro del mese che ti consiglio non è Il Milione – che con ogni probabilità ti aspettavi di più essendo opera di Marco Polo stesso e del suo compagno di cella, nonché autore di romanzi cavallereschi, Rustichello da Pisa – ma un altro caposaldo della lettura di viaggio incentrato sulla vita dell’esploratore veneziano, ovvero “Marco Polo” scritto da Maria Bellonci nel 1982. L’ideatrice del Premio Strega, minuziosa ricercatrice, traduttrice e scrittrice di biografie si è cimentata nella stesura di un racconto sui generis, che risulta difficile classificare in un unico genere letterario. Si può infatti parlare di un romanzo storico di carattere biografico, perché il narratore è Marco Polo stesso: la sua vita, dall’infanzia al viaggio in Oriente con il padre e lo zio, la lunga permanenza alla corte di Kublai Khan fino al ritorno e alla detenzione a Genova, viene raccontata in prima persona, viene cioè vissuta dal lettore tramite gli occhi del giovane mercante, attraverso le parole di un coraggioso ragazzo di diciassette anni che decide di seguire il suo spirito avventuriero imbarcandosi in un viaggio che gli cambierà significativamente la vita. Un insieme di flashbacks e digressioni ci catapultano indietro nel tempo, ci permettono di conoscere più da vicino personaggi storici di un certo spessore, come il 5º Khan dei Mongoli e l’imperatore della Cina Kublai Khan, suo figlio Chinkin e la saggia moglie Chabi, ma anche persone molto vicine a Marco Polo, come il padre Niccolò, lo zio Matteo, il leale compagno di viaggio Giulio, l’amico Bartolomeo e i compagni di cella Giovanni e Rustichello. Il tema del viaggio si intreccia così con quello della guerra e delle innumerevoli tragedie umane consumate, con il topos della pace – da sempre molto difficile da realizzare – e ancora con quello dell’amicizia e dell’amore per la propria famiglia e per quelle persone conosciute fortuitamente in terre lontane.
Uno stile narrativo vivace e coinvolgente unito a una ricostruzione delle avventure del mercante veneziano precisa e dettagliata, frutto della minuziosa ricerca storica che contraddistingue i lavori di Maria Bellonci, riescono a dipingere un quadro vivido della vita nel Medioevo e delle culture orientali, offrendo ai lettori una comprensione profonda non solo della figura di Marco Polo, ma anche e soprattutto del contesto storico e culturale in cui visse. Una lettura leggera, scorrevole e impegnata, volta a sottolineare l’impatto delle esplorazioni di Marco Polo sulla conoscenza geografica e culturale dell’epoca e il suo fondamentale ruolo di ambasciatore tra due mondi, quello d’Occidente e d’Oriente, fino a quel momento ancora estranei.
Nonostante il passare dei secoli e l’evolversi della storia, settecento anni dopo la figura di Marco Polo continua ancora a fare breccia nei cuori di tutti gli studenti che si cimentano in un primo approccio all’Asia e alla sua pluralità di culture, svolgendo quindi a tutti gli effetti l’eterno ruolo di mediatore e ambasciatore culturale. L’augurio che noi studenti di cinese, e non solo, possiamo farci è proprio questo: seguire le orme dell’intraprendente viaggiatore veneziano e diventare noi stessi, ciascuno a modo proprio, il “Marco Polo della nuova era”.
di Giulia Maurizi
Fonti:
https://www.skuola.net/libri/marco-polo-bellonci.html
https://www.sololibri.net/attualita-il-milione-marco-polo-700-anni-morte.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Kublai_Khan
Le Lasagnette di Marco Polo
“…né pagano, saracino o tartero, né niuno huomo di niuna generazione non vide né cercò tante meravigliose cose del mondo come fece messer Marco Polo.” [dal Milione]
In questo 2024 ricorrono i settecento anni dalla morte del celebre viaggiatore veneziano Marco Polo (1254 - 1324), il quale all’età di soli diciassette anni intraprese un viaggio verso la Cina, allora Catai, e trascorse venticinque anni alla corte di Kubilai Khan.
So che ti starai chiedendo cosa c’entri il celebre viaggiatore con la ricetta di questo mese, ebbene in realtà poco, o addirittura nulla se non per il nome: “le lasagnette di Marco Polo”, ma perché si chiamano così?
In base ad un’antica leggenda, pare che Marco Polo sia stato colui che per la prima volta ha portato in Italia la pasta, dopo averne scoperto il segreto nella terra di Confucio.
Questa leggenda nasce in realtà da un banalissimo equivoco. Nel Milione, infatti, si parla della farina di sago, che gli abitanti di Sumatra utilizzano per fare lasagne ed altri tipi di pasta. Ma l’equivoco nasce ben due secoli dopo, quando il diplomatico e geografo Giovanni Battista Ramusio, pubblicando le memorie di Marco Polo, fraintende il testo del Milione e associa la pasta di sago alla comune pasta di grano duro diffusissima in Occidente, lasciando intendere che il viaggiatore veneziano l’avesse scoperta nella corte del gran Kubilai e poi l’avesse portata nel nostro Paese.
La notizia che Marco Polo abbia portato la pasta in Italia dalla Cina è stata poi smentita attraverso varie fonti storiche e ricerche accademiche che dimostrano l'esistenza della pasta in Italia molto prima del suo viaggio.
Ciò però non ha impedito alla leggenda di continuare a diffondersi nei secoli e infatti, proprio da questa leggenda ha origine la nostra ricetta.
Le lasagnette di Marco Polo sono un tipo di pasta fresca tipica della cucina italiana, e sono spesso associate alla tradizione culinaria delle regioni settentrionali, come il Veneto e l'Emilia-Romagna. Sostanzialmente sono strisce di pasta più strette rispetto alle classiche lasagne, più simili a delle tagliatelle larghe, generalmente preparate con farina di grano duro e uova, come molte altre paste fresche italiane.
Nel caso tu ti voglia cimentare nella realizzazione di questo piatto, in occasione dell’anniversario della morte di Marco Polo, niente panico, è più semplice di quello che credi.
Innanzitutto, occorre realizzare le lasagnette, seguendo la normale procedura di preparazione di una qualsiasi pasta fresca. Poi bisogna scottare in acqua bollente dei gamberetti e scolarli. In seguito, preparare un battuto di abbondante prezzemolo fresco e due spicchi d’aglio. In una padella capiente mettere un bicchiere di olio d’oliva e soffriggervi il tutto. Prima che prenda colore aggiungere i gamberetti, salare, pepare e fare insaporire. A questo punto cuocere le lasagnette e scolarle al dente. Buttare la pasta direttamente nella padella con il sugo già pronto e amalgamare a fuoco vivace per alcuni minuti. Servire le lasagnette nel tegame di cottura.
In sintesi, le lasagnette di Marco Polo sono una gustosa variante delle lasagne, apprezzate per la loro versatilità in cucina e il loro sapore delizioso, pur non avendo un legame diretto con l'esploratore veneziano.
Annamaria Musichini
Fonti:
Fengshui e Daoismo
Il tema di questo mese è il Viaggio di Marco Polo, la lunga rotta verso l’Oriente sulla Via della Seta, un’esplorazione storica testimone della Cina del Tredicesimo secolo. Oggi è simbolo della connessione tra Asia orientale e bacino Mediterraneo. Vorrei però focalizzare la tua attenzione sulla parola “viaggio”. Di per sé indica lo spostamento da un luogo ad un’altro, dunque il viaggio è movimento, e cosa hanno in comune Fengshui e movimento? Il fengshui mira a far confluire nel miglior modo possibile l’energia positiva o qi, che è sempre in movimento, il qi non deve confluire troppo velocemente, tanto meno deve rimanere in stallo, dunque il movimento ciclico è fondamentale per la geomanzia ( lett. Divinazione per mezzo della terra).
È possibile avere una migliore comprensione della geomanzia grazie alla dottrina daoista o taoista, alla base vi sono il Dao (道) e i rapporti tra l’Uno e il molteplice, Dao indica letteralmente la “Via” ma assume anche i significati di Origine, Madre, Mistero e Arcano. Nella prima stanza del Libro della Via e delle Virtù (道德经 Daodejing o 老子 Laozi, nome dell’autore) il Dao viene chiamato Origine del Cielo e della Terra quando considerato come Non Esistenza (无 Wu), laddove considerato come Esistenza (有 You), lo si chiama Madre della molteplicità delle cose o diecimila esseri. Ciò che non si manifesta (无) è universale, ma contiene in sé il potere di manifestazione, nel momento in cui si manifesta (有) non è più universale ma particolare, diventa quindi i dao. L’esistenza, che nasce dall’inesistenza, torna all’inesistenza. È chiaro il continuo divenire e perpetuarsi di cicli e mutamenti. Nell’undicesima stanza del Daodejing vediamo un altro aspetto fondamentale della dottrina daoista, ossia la funzione produttiva del vuoto:
Trenta raggi convergono nel mozzo
Ma è proprio dove non c’è nulla che sta l’utilità del carro
Si plasma l’argilla per fare un recipiente
Ma è dove non c’è nulla che sta l’utilità del recipiente
Si aprono porte e finestre per fare una stanza
Ma è dove non c’è nulla che sta l’utilità della stanza
Così il “c’è” presenta delle opportunità che il “non c’è” trasforma in utilità.
L’utilità della ruota, del vaso e della stanza è resa grazie alla funzione produttiva del vuoto in essi (“vuoto” inteso come “non manifesto”, non come Non Esistenza, e allo stesso modo “pieno” non va frainteso come Esistenza). Si manifesta l’abitudine del pensiero cinese di preferire il debole rispetto al forte; il non agire all’agire; la femmina al maschio ecc. Sì predilige dunque la Non Esistenza all’Esistenza. Il concetto di Non-esistenza è anche visibile nel giardino Fengshui, ossia la natura è libera e spontanea, l’intervento dell’uomo è rispettoso e discreto.
Un altro concetto fondamentale della dottrina daoista riguarda i diecimila esseri, dalla quarantaduesima stanza del Daodejing: “Il Dao produce l’Uno, l’Uno produce il Due, il Due produce il Tre, il Tre produce i Diecimila Esseri. I Diecimila Esseri portano sulle spalle lo Yin e abbracciano lo Yang, ma è grazie al qi vuoto che risultano armoniosi”. Il Dao genera l’Uno che si manifesta con il Qi madre nella sua unità, si diversifica nei soffi Yin/Yang, assieme al Qi mediano sono il Tre; capace di contenere l’universo costituendone la molteplicità. La coppia Cielo-Terra (Yin e Yang) rappresenta lo spazio, mentre la relazione ternaria nascita-maturazione-morte rappresenta il moto del tempo e del divenire; essa dispiega l’Uno nel Molteplice. Ecco dunque l’origine dei Due, Cinque e Otto Qi, ossia Yin e Yang, Cinque Fasi (dette anche Elementi o Energie in movimento) e Bagua.
Infine vediamo tutti i giorni il ripetersi di cicli, a partire dallo scorrere del tempo con minuti, ore e giornate, fino al passare di stagioni e anni.
Anna Judy Bosetti
Fonti:
A. J. Bosetti, Fengshui: radici della contemporaneità. Analisi e applicazioni pratiche nella società [tesi di laurea]. Milano, SSML Carlo Bo, 2020.
A. Cheng, Storia del pensiero cinese Vol. 1, Dalle origini allo ‘studio del Mistero’, Torino, Einaudi, 2000.
A. Cheng, Storia del pensiero cinese Vol. 2, Dall’introduzione del buddhismo alla formazione del pensiero moderno, Torino, Einaudi, 2000.
M. Paolillo, Il Daoismo – storia, dottrina e pratiche, Roma, Carocci, 2014.
💡Lo sapevi che?
Il 30 luglio si tiene la Giornata internazionale dell’amicizia, conosciuta in Cina come 国际友谊日 o semplicemente 好友日.
Il 1° luglio è l’anniversario della fondazione del PCC un evento per il quale il governo cinese organizza una serie di eventi pubblici come spettacoli di fuochi d'artificio o parate militari.
Nella ricchissima cucina cinese non mancano piatti che tolgono letteralmente il fiato. Stiamo parlando di pietanze tra le più puzzolenti al mondo quali: il 臭豆腐 (tofu puzzolente), il durian e il 皮蛋 (uovo centenario).
Maria Giulia Palleschi