La primavera è quel periodo dell’anno in cui la natura torna a mostrarsi in tutti i suoi colori: gli alberi e i fiori iniziano a sbocciare, gli animali escono dal proprio letargo. È il simbolo per eccellenza di un nuovo inizio, di rinascita e di splendore. Con la primavera, spesso, sentiamo anche dentro di noi il desiderio di rimetterci in cammino e intraprendere nuovi progetti.
Nel vasto e affascinante mondo dei chengyu si celano immagini e significati profondi, dove la natura è spesso protagonista. Uno di questi è 枯木逢春 (kū mù féng chūn), che letteralmente significa “un albero secco incontra la primavera”. Un’espressione poetica ma molto potente, che parla di ritorno alla vita, di speranza, di trasformazione e cambiamenti positivi dopo un periodo difficile.
Le sue origini più profonde si trovano nel pensiero buddhista Chan (Zen). In un dialogo contenuto nella “Trasmissione della Lampada” - 景德传灯录 (Jǐngdé Chuándēng Lù), un monaco chiede al maestro Dasheng Shan: “Quando un albero secco incontra la primavera, cosa accade?” Il maestro risponde: “È una rarità nel mondo.” Qui il chengyu simboleggia il risveglio spirituale: la natura buddhista è come un albero apparentemente morto che, grazie alle giuste condizioni (la primavera), può rifiorire. Anche ciò che sembrava privo di vita può tornare a splendere.
In momenti difficili, dopo un fallimento, una perdita o una fase buia della vita, possiamo sentirci proprio come un albero secco: fermi, aridi, stanchi. Ma la primavera arriva sempre, e con essa la possibilità di un nuovo inizio. Questo chengyu ci ricorda che la vita può sorprenderci anche quando pensiamo che nulla possa più cambiare, quando ci sembra ormai troppo tardi. Le difficoltà non sono dei muri invalicabili, ma occasioni per imparare, diventare più forti e ripartire. La vita è un viaggio, è un continuo mettersi in gioco e affrontare nuove sfide, 枯木逢春 è una piccola luce che ci dice che c’è sempre spazio per rinascere. In italiano, potremmo paragonarlo a espressioni come “rinascere dalle proprie ceneri” o “dopo la pioggia, torna il sereno”.
Oggi, in un mondo dove l’incertezza può farci sentire smarriti, ricordare che anche un albero secco può rifiorire è forse il messaggio più vero e rassicurante con cui accogliere la primavera. E questo vale anche per chi affronta il lungo viaggio dello studio del cinese: tra caratteri complessi, regole sfuggenti e momenti di sconforto, ci si può sentire scoraggiati, come un albero secco in pieno inverno. Ma il chengyu 枯木逢春 ci ricorda che con pazienza, dedizione e passione, la primavera arriva per tutti. È una promessa silenziosa che invita a non arrendersi, perché anche nei percorsi più difficili può fiorire qualcosa di straordinario.
Tania Vendemia
向阳花 [xiàngyánghuā, letteralmente “Girasoli”, in inglese “We girls”] è un film appena uscito nelle sale cinesi (4 aprile 2025). Il film è diretto da un grande regista, Feng Xiaogang, ed è interpretato da altrettanto grandi attrici: Zhao Liying, Lan Xiya e Cheng Xiao.
Sebbene non si sappia ancora quando questo film potrà essere fruibile sulle maggiori piattaforme in futuro o se verrà distribuito anche nei cinema italiani, è possibile guardare il trailer su internet e segnare 向阳花 nella lista dei titoli cinesi consigliati.
La storia si incentra sulla rinascita di alcune prigioniere che, totalmente trasformate dall'esperienza, tornano a reintegrarsi nella società.
La protagonista è Gao Yuexiang (Zhao Liying), finita in prigione per aver guadagnato soldi illecitamente al fine di comprare un impianto cocleare alla figlia nata sorda.
In prigione, Gao Yuexiang incontra altre compagne di cella, tra le quali la sordo-muta Hei Mei (Lan Xiya), arrestata per furto.
Gao e le sue compagne vengono inserite in un programma speciale riservato alle prigioniere con particolari doti artistiche per preparare un piccolo spettacolo alla giornata di riunione tra prigioniere e familiari. Il gruppo viene denominato “girasoli” (da cui il titolo del film) soprattutto perché imparano ad agire armoniosamente insieme verso lo stesso obiettivo e tenendo la testa alta, esattamente come i girasoli. A scegliere questo nome è Deng Hong, la poliziotta incaricata alla loro rieducazione, un personaggio cardine: senza di lei, buona parte della trama non progredirebbe.
Infatti, una volta fuori dal carcere, Gao cerca in tutti i modi di riprendersi la figlia, abbandonata in un orfanotrofio dal padre, uno zotico senza coscienza e zoppo. Hei Mei vuole cambiare vita e, coperta dal suo amico ladro che si sacrifica per lei, riesce a non tornare dal padrino che la costringe a rubare e subire violenze. Tuttavia, entrambe da sole non riescono a raggiungere il proprio obiettivo e si ritrovano per puro caso nuovamente insieme. Così Gao ed Hei Mei uniscono le forze, sperimentando momenti di equilibrio e complementarità: Gao è una giovane madre alla quale hanno strappato la figlia sorda; Hei Mei è una ragazza sordo-muta senza famiglia e che trova in Gao un punto di riferimento, la madre che non ha mai avuto. In altri momenti, invece, le due si scontrano con gli aspetti della propria vita e del proprio carattere. Ciò le pone in contrasto tra loro e con se stesse, in una sorta di relazione madre-figlia in cui una fa da specchio all'altra.
Tutto questo, però, non basterà alla trama per proseguire né alle due protagoniste per farcela. Sarà solo grazie a Deng Hong e ad altre due ex prigioniere, Gao Aomei (Cheng Xiao) e Hu Ping, che le donne troveranno l'aiuto necessario.
E’ interessante sottolineare anche il peso dato ai personaggi maschili. Ad esclusione dell'amico fraterno di Hei Mei, gli altri si dimostrano tutti nemici delle donne. Nel film si crea un climax crescente che ha portato tutte le donne presenti in sala a riconoscersi in Gao Yuexiang e voler reagire con lei (o forse al suo posto!!).
Curiosità:
Sul film: cavalcando l'onda del crescente interesse sociale cinese verso la condizione femminile moderna, si potrebbe accostare 向阳花 a C'è Ancora Domani di Paola Cortellesi, sebbene la potenza della ricerca e della testimonianza storica non abbia paragoni.
Sul regista: 冯小刚 (Féng Xiǎogāng) è un affermato regista pechinese, pluripremiato agli Hundred Flowers Awards, Golden Horse Awards, TIFF e altri importanti festival del cinema asiatici e internazionali, sia come attore che come regista. Autore di Youth (2017), I Am Not Madame Bovary (2016), The Banquet (2006), si dimostra un artista versatile, dotato di grande sensibilità umana e attento ai trend e ai dettagli. Ha lanciato la carriera di Fang Bingbing (Phone Cell, 2003). Con lei e altre case di produzione (Meila Culture Media e Huayi Brothers) è rimasto invischiato in un colossale scandalo fiscale.
Sulle attrici: in Italia, grazie alla fama dei c-drama, è stato possibile conoscere 赵丽颖 (Zhào Lìyǐng) e 程潇 (Chéng Xiāo). Vedendo Zhao in xianxia o drammi storici come principessa indomita o elegante gentildonna degli anni Trenta (The Mystic Nine, The legend of Fei, Princess Agents), può sorprendere ancor più la sua capacità di tenere lo schermo in ruoli difficili come in We Girls. Stessa cosa vale per Cheng Xiao (la dolce Tong Yao in Falling into Your Smile, con Xu Kai), che nei panni della cazzuta Gao Aomei può solo confermare la sua versatilità e bravura. Infine 兰西雅 (Lán Xīyǎ), di etnia tujia, meticolosa nello studio del personaggio di Hei Mei, vanta ruoli in grandi produzioni come Il Problema dei Tre Corpi.
Valeria Pannozzo
La montagna dell’anima- Gao Xingjian
Hai presente quel momento in cui, dopo un lungo inverno, la natura esplode di colori e profumi e ti senti pronto a cambiare?
In questo maggio in cui la primavera invita al risveglio, ho scelto La montagna dell’anima di Gao Xingjian come libro del mese per far sì che ti accompagni in un viaggio di rinascita interiore.
Gao Xingjian, Nobel per la Letteratura 2000, in questo libro, alterna descrizioni liriche dei paesaggi con riflessioni esistenziali: un’alchimia perfetta fra il richiamo della stagione dei fiori e la trasformazione interiore.
Immagina un sentiero che serpeggia tra foreste di conifere e creste di rocce levigate dal vento, e ogni passo diventa l’occasione per fare i conti con te stesso: è questo il pellegrinaggio che il protagonista intraprende, specchio perfetto delle “stagioni interiori” che ognuno di noi attraversa. Leggendo, ti capiterà di fermarti a contemplare non solo i panorami – descritti con la sensibilità di un poeta e la precisione del diario di viaggio – ma anche i tuoi ricordi, le tue ambizioni e le tue paure, come se quei monti fossero lo specchio del tuo animo. Gao alterna prosa, poesia e riflessioni filosofiche con la maestria di chi sa che il cambiamento è fatica, ma anche linfa nuova,: proprio come la primavera, che trasforma prati ancora assonnati in distese fiorite.Questo libro ti mostra che rompere l’involucro di vecchi schemi è il primo gesto di libertà. Mentre ti immergi nelle leggende dei monaci e nei rituali millenari di terre antiche, non potrai fare a meno di notare come quei rituali dialogano sorprendentemente con le sfide della Cina contemporanea, offrendoti spunti per riflettere sulla tua identità in un mondo in continuo mutamento.
Qui non troverai solo narrativa tradizionale: tra prosa, poesia e diario di viaggio, ogni capitolo è un piccolo laboratorio di stile. L’alternanza di descrizioni paesaggistiche e riflessioni filosofiche mantiene vivo il ritmo, catturando la tua attenzione come i canti degli uccelli in un bosco primaverile.
Quello che ti rimarrà leggendo il libro, pagina dopo pagina, non sarà soltanto un’attenzione nuova per il dettaglio (pensaci, quando è stata l’ultima volta che ti sei soffermato sul fruscio delle foglie o sul gioco di luci tra i rami?) ma anche la consapevolezza che crescere significa uscire dal guscio, esattamente come un germoglio che rompe la terra per spingersi verso il sole.
Ecco allora la nostra piccola sfida di maggio: trova un angolo verde nella tua città, portati un quaderno e dedica almeno mezz’ora a osservare quel microcosmo; annota ciò che ti colpisce e lascia che diventi il tuo verso primaverile, un’intuizione poetica che possiamo condividere tutti, come lettori uniti dal desiderio di cambiare e fiorire insieme.
Buona lettura e buon viaggio tra le pagine di La montagna dell’anima!
Claudia Ruvolo
Fonti:
https://www.nobelprize.org/prizes/literature/2000/summary/ NobelPrize.org
https://en.wikipedia.org/wiki/Gao_Xingjian Wikipedia
https://en.wikipedia.org/wiki/Soul_Mountain Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/La_montagna_dell%27anima Wikipedia
https://www.goodreads.com/book/show/13247230-la-montagna-dell-anima Goodreads
https://www.rizzolilibri.it/libri/la-montagna-dellanima/
La primavera è un periodo che porta con sé il tepore caldo e tranquillo di questi mesi, la natura che comincia a fiorire, il cinguettio degli uccelli lontani e vicini, tutto a ricordarci la bellezza di questa stagione. In Cina la primavera non è solo il simbolo della vita che ricomincia dopo l'inverno, ma un vero e proprio stato d'animo. Per anni poeti, filosofi e scrittori sono stati ispirati da questa stagione come metafora per il tempo che scorre, il mutamento della vita e dei sentimenti umani. A partire dalla poesia classica Tang fino alla narrativa moderna, la primavera ha incorniciato la nostalgia del passato e la bellezza (quasi fragilità) di un equilibrio ritrovato.
La dinastia Tang (618-907) è considerata l’epoca d’oro della poesia cinese, questo perché la corte imperiale promuoveva la letteratura e l’istruzione. Gli esami imperiali per accedere alla burocrazia si basavano sulla conoscenza della poesia e dei classici. Il corpus poetico di questo periodo è vastissimo, tanto che si contano all’incirca 50.000 poesie Tang. I grandi poeti di questo periodo come Li Bai, Wang Wei, Du Fu, e Meng Haoran, hanno cantato la primavera con toni diversi: chi con entusiasmo e libertà, chi con chiara malinconia e profondità contemplativa.
Meng Haoran (689-740) è noto per le sue poesie di paesaggio e contemplazione della natura. Nasce a Xiangyang nello Hubei dove conduce una vita semplice circondato dalla natura e dalla campagna rurale. a quarant'anni prova gli esami imperiali ma fallisce, decidendo così di ritirarsi nuovamente nella sua terra natale, tra luoghi che ha già visto mille volte, ma che continuano a parlargli con il linguaggio silenzioso della tranquillità. Il paesaggio primaverile fa da sfondo allo stato d’animo dell’autore in poesie come “Alba di Primavera” 春曉 :
春眠不觉晓, Il sonno di primavera non conosce l'alba,
处处闻啼鸟。 ovunque si ode il canto degli uccelli.
夜来风雨声, La notte ha portato pioggia e vento,
花落知多少。 quanti fiori saranno caduti?
In questa poesia il poeta descrive il risveglio in una mattina di primavera. Il suo risveglio è accolto dal suono degli uccelli che cantano ovunque. Ma subito emerge un pensiero malinconico: durante la notte la pioggia ha spento la quiete del mattino
e non si sa quanti fiori siano andati perduti e chissà quanti fiori sono caduti. In soli quattro versi, Meng Haoran fonde la bellezza della stagione con la consapevolezza della sua delicatezza effimera.
Questa dolce malinconia viene evocata dall’uso del jueju 绝句 , una forma di poesia in quattro versi con cinque caratteri ciascuno tipica dell’epoca Tang.
Nel XX secolo, invece, la Cina vive un periodo di forti cambiamenti, primo tra tutti la fine dell’impero e la nascita della Repubblica. Dai versi classici si passa alla prosa moderna, ad un linguaggio colloquiale e a storie più realistiche e meno simboliche. Anche la lingua cambia, rifiutando il cinese classico a favore della lingua vernacolare baihua 白话. Le liriche imponenti e toccanti lasciano il posto alla prosa, al racconto e al romanzo, con una letteratura nuova e sociale e non più contemplativa.
Gli autori moderni (es Lu Xun, Shen Congwen, Zhang Ailing) usano la natura e gli elementi primaverili come sfondo per raccontare i cambiamenti sociali dell'epoca, gli amori perduti e i mutamenti interiori. La vitalità della natura si incontra con l’inquietudine dell’individuo moderno, accentuando l’idea che ogni cambiamento porta con sé anche un senso di smarrimento.
Nel romanzo “Città di confine” 边城 Shen Congwen descrive il villaggio di Chadong dove la giovane Cuicui vive con il nonno. Questo luogo è immerso nella natura, circondato da montagne e attraversato da un fiume che offrono lo sfondo dell'intera narrazione. La bellezza naturale non è idealizzata ma convive con la realtà e la sorte dei suoi abitanti. La natura diviene un personaggio silenzioso, che accompagna e riflette la vita interiore dei protagonisti e il destino della loro epoca. In Shen Congwen la primavera resta viva con Cuicui, una giovane nel fiore dei suoi anni e sogni, ma all’ombra di un mondo che sta cambiando.
La primavera è la metafora perfetta per parlare del cambiamento letterario che ha attraversato la cina. Se nei versi Tang la primavera è un ciclo che conforta e arricchisce, nella scrittura del Novecento l'elemento naturale diventa segno del tempo che scorre inesorabile, della modernità che avanza. Una stagione che, anche quando parla di perdita, custodisce la promessa di un nuovo inizio.
Chiara Fonti
Meng Haoren: La sua vita – LAC Poetry
https://www.bing.com/search?q=shen%20congwen%20natura%20&qs=n&form=QBRE&sp=-1&ghc=1&lq=0&pq=shen%20congwen%20natura%20&sc=12-20&sk=&cvid=B522AC03EA864DBE9229055F8C789F59
La Cina sta attraversando una fase di profonda trasformazione economica, con cambiamenti significativi nei settori chiave del Paese. Pur avendo obiettivi ambiziosi, il governo ha rivisto al ribasso le stime di crescita rispetto agli anni precedenti, sottolineando però l'importanza di una transizione verso un modello sostenibile, basato essenzialmente sulla domanda interna e sul potenziamento dei consumi.
Negli ultimi anni, gli investimenti in energia rinnovabile sono cresciuti costantemente, con l’obiettivo di rafforzare l’autosufficienza energetica. La Cina sta ampliando la propria capacità produttiva, destinando il surplus alla soddisfazione della domanda internazionale e consolidando così il suo ruolo nei mercati globali.
L’avvio della seconda amministrazione Trump nel 2025 ha posto nuove sfide sul fronte dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti. Le autorità cinesi tengono alta l’attenzione sull’economia interna, che resta centrale nella pianificazione del Paese. Le politiche finora adottate mirano a contrastare il rallentamento strutturale avviato dopo la pandemia di Covid-19 e la prima fase della guerra commerciale, iniziata nel 2018.
Nel 2020, il concetto di "nuova normalità" proposto dal Presidente Xi Jinping puntava a una crescita qualitativa anziché quantitativa. Tuttavia, la riduzione della fiducia dei consumatori durante la pandemia ha inciso sulla domanda interna, rallentando l’efficacia di questo modello. L’intento era ridurre la dipendenza dalle esportazioni, incrementando il ruolo dei governi locali nel sostegno ai consumi.
Oggi, il sistema economico si trova a gestire rischi politici e commerciali, tra cui l’eventuale imposizione di nuovi dazi. Sul piano interno, le riforme annunciate non hanno ancora prodotto tutti i risultati attesi, ma sul piano esterno la Cina continua a sfruttare l’eccedenza di capacità produttiva, soprattutto nei settori a maggiore valore aggiunto.
Il Terzo Plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, svoltosi in via straordinaria a luglio 2024, ha delineato le linee guida per il prossimo quinquennio. Nonostante le aspettative di cambiamenti radicali, il documento finale ha confermato un approccio graduale, senza considerare la sovraccapacità come un ostacolo, bensì come una risorsa derivante dalle dinamiche di mercato.
Di fronte alle tensioni con gli Stati Uniti, la Cina ha ribadito la volontà di difendere i propri interessi con misure proporzionate, auspicando tuttavia un dialogo basato sul rispetto reciproco. L’economia appare solida anche grazie a una dipendenza dalle esportazioni contenuta, che rende l’impatto di eventuali dazi relativamente limitato.
Per rafforzare il mercato interno, nel 2020 è stata lanciata la strategia della "doppia circolazione", con un focus sul potenziamento della domanda interna, che oggi contribuisce per oltre l’80% alla crescita economica. Le autorità dispongono di diverse contromisure per rispondere a eventuali tensioni commerciali, dalla gestione del tasso di cambio a misure di controllo delle esportazioni di risorse strategiche.
Nel contesto regionale e globale, la Cina consolida i legami con i Paesi vicini e con l’Unione Europea, aprendo la strada a nuovi accordi di cooperazione. In un mondo interconnesso, l’evoluzione del modello di sviluppo cinese resta uno dei fattori determinanti per l’equilibrio dell’economia mondiale.
Veronica Picardi
Con l’arrivo della primavera, la cucina cinese cambia volto: le zuppe robuste e gli stufati invernali lasciano il posto a piatti più leggeri, profumati e verdi. Tra i tanti ortaggi primaverili, c’è un ingrediente poco conosciuto fuori dalla Cina, ma molto amato nelle case cinesi: i germogli di aglio verde, chiamati suàn miáo (蒜苗).
I suàn miáo sono i giovani steli dell’aglio raccolti prima che cresca il bulbo. Hanno un colore verde brillante e un profumo che ricorda l’aglio fresco, ma più delicato. A differenza dell’aglio maturo, non si usano come condimento, ma come ingrediente principale, proprio come si farebbe con un’altra verdura. In primavera, si trovano ovunque nei mercati cinesi, legati a mazzi freschissimi. I venditori spesso consigliano di cucinarli subito, perché il loro sapore cambia velocemente con il tempo.
Secondo la medicina tradizionale cinese, i germogli d’aglio hanno proprietà riscaldanti e disintossicanti. Dopo l’inverno, il corpo ha bisogno di eliminare l’umidità e di riattivare l’energia interna (qi). Ecco perché, soprattutto nelle campagne, questo ortaggio viene consumato nei primi mesi primaverili come "cura naturale" stagionale. Inoltre, nelle tradizioni popolari, l’aglio è visto come una pianta che scaccia i cattivi spiriti e protegge la casa. Mangiarlo a primavera è quindi anche un gesto simbolico di buon auspicio!
Uno dei modi più comuni e tradizionali per cucinare i germogli d’aglio è saltarli in padella con pochissimo condimento. La versione più semplice è con olio, sale e un pizzico di zucchero, per esaltare il gusto naturale della verdura. Ma le varianti regionali abbondano:
Con carne di maiale marinata o pancetta cinese affumicata (làròu, 腊肉);
Con tofu secco affettato sottile;
Con uova strapazzate, in una versione vegetariana molto amata nelle famiglie;
Con manzo e salsa di ostriche, con senape e germogli di soia;
Se vuoi destreggiarti nel cucinare queste pietanze con l’aglio verde e risvegliare i tuoi sensi, ti lascio il link qui sotto:
https://schoolofwok.co.uk/tips-and-recipes/garlic-shoots-and-mustard-greens
Laura Bennardo
https://omnivorescookbook.com/stir-fried-garlic-scape-with-eggs
https://thewoksoflife.com/garlic-scapes-stir-fry
https://www.scmp.com/cooking/recipe/stir-fried-beef-garlic-scapes/article/3098975