掩耳盗铃 

Chengyu del mese: Chiudere gli occhi di fronte la realtà

Come sappiamo marzo è il mese dedicato alle donne, per questo motivo abbiamo scelto il chengyu 掩耳盗铃 (yǎněrdàolíng).                                                                                                               

L’idioma viene letteralmente tradotto con "coprirsi le orecchie e rubare il campanello" e viene spesso usato per descrivere una situazione in cui cerchiamo di nascondere la realtà e ci illudiamo, mentendo a noi stessi quindi potremmo interpretarlo con l'espressione italiana "chiudere gli occhi di fronte alla realtà" o il proverbio "mettere la testa sotto la sabbia".

Ma da dove deriva questo chengyu significativo? 

La storia vede protagonista un uomo, che un giorno vide una campana davanti la porta di una casa e decise di rubarla per portarla via con sé. La campana era molto grande e dunque anche pesante da sollevare. Tornò il giorno successivo e portò con sé un martello al fine di romperla e rubare ogni singolo pezzo, in modo da trasportarla più facilmente.

Tuttavia, come ben sappiamo, il martello crea un rumore talmente forte che è impossibile non sentire. Egli pensò che, se si fosse coperto le orecchie non avrebbe sentito nulla e che neanche gli altri avrebbero sentito i colpi del martello sulla campana. La gente però, corse subito a catturare il ladro, segno che la sua idea era solo un’illusione mentale.

 

Questo chengyu 掩耳盗铃 è stato scelto per il mese della donna con l’intento di riflettere su un tema importante che tocca tutti senza distinzione di genere. 

Dall’Europa all’Asia, il femminicidio si espande ogni giorno a macchia d’olio, una macchia che spegne ogni giorno la speranza di un mondo 男奴平等。 È una macchia che lascia il segno di una vita persa, l’illusione di un amore. 

Il chengyu 掩耳盗铃 rappresenta l’illusione di vivere un amore felice, il vero amore.  La campana è la vita rubata e ogni pezzo rotto è una parte di vita che si sgretola e come la campana viene rubata e portata via. Ogni parte della campana che viene rotta è preziosa come la libertà, che viene tolta dal momento in cui il martello ovvero l’uomo ha il dominio su di essa. 

Tapparsi le orecchie è chiudersi nella propria autoreferenzialità e mentire a sé stessi cercando di evitare il segnale di quel suono. 


Sarebbe bello, un giorno festeggiare il mese della donna come una conquista, ma per farlo bisogna imparare ad ascoltare il suono della campana ed arginare il potere del martello unendo insieme i pezzi della campana, ovvero dell’amore; l’amore per sè stessi. 

Serena Rosco

http://chinesereadingpractice.com/2011/03/05/story-behind-the-idiom-yanerdaoling/



Film del mese: I Fiori della Guerra 金陵十三钗

Il film scelto per il mese di marzo è “I fiori della Guerra (金陵十三钗)”, un dramma storico basato su eventi realmente accaduti durante la Seconda guerra sino-giapponese.

La storia si svolge durante l'assedio a Nanchino nel freddo dicembre del 1937, dove si vive un’atmosfera cupa e malinconica. Tra gli edifici ormai distrutti dalle truppe giapponesi e i continui spari, i civili rimasti corrono in cerca di rifugio. Tra questi vi è un gruppo di educande della scuola cattolica di 12-13 anni che, insieme al giovane George, riescono a rinchiudersi in una scuola-cattedrale. Gli spari continuano e gli ultimi militari cinesi rimasti a difendere ciò che rimane della capitale, vengono sconfitti dalle truppe giapponesi, lasciando così Nanchino sotto il controllo del Sol Levante. 

Nel mentre, l'arrivo dell'americano John Miller (interpretato da Christian Bale 克里斯汀·贝尔) stravolge la storia. John è il becchino incaricato di seppellire il vecchio sacerdote, nonché padre di George, vittima della guerra. Inizialmente sarà poco convinto a fermarsi nella scuola ma, dopo una sbronza, deciderà di fingersi il nuovo prete per salvarsi dalla prigionia. 

John sarà un vero e proprio punto di riferimento per le ragazze, prendendosi cura di esse come un bravo tutore e difendendole dai soldati giapponesi che sorvegliano a vista la scuola.

Al rifugio si unisce un gruppo di prostitute in cerca di riparo: sono “le donne del fiume 秦淮”, sfacciate e senza peli sulla lingua che indossano vestiti e gioielli sgargianti. Tra queste l'ammaliante Yu Mo (interpretata dall'attrice cinese Ni Ni 倪妮), che farà breccia nel cuore di John.

Inizialmente, le donne e le giovani studentesse si troveranno poco d'accordo sugli usi e costumi reciproci, ma alla fine nascerà una vera sorellanza che salverà la vita alle giovani ragazze. 


“I fiori della Guerra”, tratto dal romanzo “13 Flowers of Nanjing" della scrittrice Geling Yan, è ad oggi un capolavoro del cinema cinese diretto nel 2011 dal regista Zhang Yimou. Il regista riesce con commovente intensità a descrivere l’atrocità e lo scempio della guerra, raccontando in maniera impeccabile uno (se non il primo tra tutti) dei massacri peggiori della storia cinese. La trama si concentra sulle vittime più vulnerabili e disarmate di questa tragedia: le donne, costrette a sopportare le violenze e le brutalità della guerra

Il titolo stesso del film sottolinea il tema della rinascita e della speranza, suggerendo che anche nelle situazioni più disperate, l'amore, la solidarietà e la bellezza possono sbocciare come fiori tra le rovine della desolazione.



Chiara Fonti

https://it.m.wikipedia.org/wiki/I_fiori_della_guerra

https://www.comingsoon.it/film/i-fiori-della-guerra/48901/scheda/

https://www.primevideo.com/detail/I-fiori-della-guerra/0PFK7PFJJ8MKAHKSG3YVA5LICC



Il libro del mese: I fiori di cotone - Tie Ning 

In questo mese dedicato a noi donne, la redazione consiglia uno dei romanzi più rappresentativi della letteratura femminista cinese: Fiori di cotone 棉花垛 di Tie Ning 铁凝. Prima di procedere con la lettura di questo articolo, sappiamo bene cosa stai pensando: chi ha il tempo di leggere? Lettori accaniti a parte, la vita frenetica del XXI secolo quasi non ci permette più di immergerci nelle pagine di un libro, di immedesimarci nei protagonisti e nelle loro scelte di vita, facendole diventare anche un po’ nostre. Per questo motivo abbiamo scelto di presentarti un romanzo breve, di appena 100 pagine, scritto negli anni ’80 da una delle scrittrici più influenti della Cina contemporanea. Breve ma intenso, come si suol dire, ed è per questo motivo che andremo ad analizzare la risonanza di Tie Ning e del suo Fiori di Cotone attraverso una rapida contestualizzazione storica, importante per entrare nel vivo del romanzo e per capire il ruolo delle tre donne protagoniste, la simbologia nascosta tra le righe e i messaggi che Tie Ning ci ha voluto trasmettere. Prima di raccontarti brevemente la trama di questo romanzo, è necessario spiegarti chi è l’autrice.

Tie Ning è originaria dello Hebei ed appartiene al gruppo di scrittori degli anni Ottanta noto come i 知识青年, i cosiddetti giovani istruiti, donne e uomini “letterati” che durante il periodo della Rivoluzione culturale furono mandati da Mao a vivere e lavorare nelle campagne, in modo tale da poter scrivere opere realiste e consapevoli delle condizioni dei contadini. Nonostante un sentito entusiasmo iniziale, ben presto iniziarono tutti a soffrire l’enorme sforzo fisico che il lavoro nelle campagne richiedeva, le scarse condizioni in cui riversavano gli ambienti delle zone rurali, l’allontanamento da casa e dai propri cari, nonché le conseguenze psicologiche che ne derivavano.
Dopo la fine della Rivoluzione culturale, nel 1979 Tie Ning cominciò a lavorare per conto della Federazione cinese dei circoli artistici e letterari (中国文学艺术界联合会) nella filiale di Baoting. Nel 2006 è stata insignita del titolo di Presidente dell’Associazione degli scrittori cinesi, la prima donna nella storia ad ottenere questa carica, sancendo così l’inizio di una nuova epoca verso il riconoscimento della letteratura femminile. Nel 2016 è stata confermata per la terza volta come Presidente della Federazione cinese dei circoli artistici e letterari, il cui lavoro decennale l’aveva ormai consacrata ai vertici del sistema di controllo della letteratura cinese. Tie Ning, da sempre sostenitrice dei diritti delle donne, è ancora oggi un membro attivo del PCC e il pieno riconoscimento della sua figura ha portato progressivamente ad un’accoglienza sempre più considerevole dei suoi romanzi. Le sue opere ritraggono il mondo interiore dei personaggi, sia maschili che soprattutto femminili, narrano i loro desideri più profondi e spesso l’autrice si interroga su come l’essere umano possa imbattersi in circostanze che lo pongono davanti all’assurdità della propria esistenza. Una lettura quindi molto impegnata, ma che fa riflettere e pone l’accento sul ruolo della donna in diversi periodi storici. Il periodo storico in cui è ambientato Fiori di cotone (1986) è quello della seconda guerra di resistenza contro il Giappone (1937-1945). 

Passiamo alla trama. Il romanzo narra la storia di Mizi, di sua figlia Xiao Chouzi e dell’amica Qiao. Le tre protagoniste vivono nei villaggi di Baisu e Dai An, la cui economia si basa sulle piantagioni di cotone, fiori morbidi e fragili, simbolicamente in contrasto con la durezza della guerra e la violenza degli invasori. Le prime pagine ruotano attorno alla figura di Mizi, raccontano gli anni della sua giovinezza e la vita in campagna prima dell’invasione, per poi lasciare spazio alle vicende della figlia Xiao Chouzi e di Qiao, e alla loro innocenza scossa tragicamente dall’inizio della guerra. Ciascuna delle protagoniste vive circostanze di grande difficoltà e le affrontano con prospettive completamente diverse. Animi e indoli differenti le portano quindi a fronteggiare a modo proprio le insidie del periodo, pagando le conseguenze delle loro scelte. I temi affrontati da Tie Ning sono molti, in primis tra tutti la resistenza ai giapponesi, l’emancipazione femminile, la lotta al feudalesimo e i valori comuni che annullano le differenze tra le classi. Mizi, abituata alla monotonia delle zone rurali, sogna un mondo moderno, una vita diversa, è cioè rappresentazione del bisogno di modernizzazione delle donne degli anni Ottanta in Cina. Sogna una vita emancipata in un paese che si sia emancipato dall’arretratezza delle donne. A modo loro, Xiao Chouzi e Qiao combattono alla pari degli uomini, si battono coraggiose per difendere la propria patria in una società ancora retriva.

Tie Ning racconta tutto questo con estrema semplicità, non sfociando in descrizioni cruente ma avvalendosi di scene di vita quotidiana, a volte velate ma sempre cariche di significato. Narra alcuni momenti chiave della vita delle protagoniste, in quello che a tutti gli effetti viene considerato un breve romanzo di formazione, che in appena 100 pagine catapulta il lettore in un’epoca passata, eppure così attuale.   


Giulia Maurizi

Il piatto del mese: 老婆饼 La torta della moglie. Una storia di dolcezza e sacrificio

È finalmente arrivato marzo, il capodanno cinese è giunto al termine e questo significa una cosa sola: è primavera! 

Non può essere un caso che marzo, così tiepido e profumato, sia per eccellenza il mese dedicato alle donne, e non è affatto un caso che il piatto scelto per questo mese sia un dolce, il quale oltre a farti venire l’acquolina in bocca ti darà qualcosa su cui riflettere. 

Sto parlando della torta della moglie, o  lǎo pó bìng 老婆, un dolce tradizionale cinese tipico della cucina cantonese. Questa torta, molto popolare a Hong Kong e nella Cina continentale, consiste in una pasta sfoglia ripiena di melone invernale, pasta di mandorle e insaporita con sesamo e spezie. 

Una tradizionale torta della moglie ha le dimensioni di una classica torta lunare: circa 8 cm di diametro e circa 1 cm di spessore. La pasta esterna è friabile e di colore bianco crema, con un tocco di colore dorato in cima dato dal tuorlo d’uovo e una spolverata di semi di sesamo. Il ripieno è leggermente dolce, con un sapore rinfrescante e leggero di melone invernale e cocco. La consistenza del ripieno dovrebbe essere leggermente gommosa, grazie alla farina di riso glutinoso. Un altro elemento aromatico caratteristico è lo strutto, che conferisce a queste torte un sapore inconfondibile. 


Varie leggende tentano di spiegare le origini della lǎo pó bìng. Secondo una di queste, la torta ebbe origine all’epoca della Cina imperiale da una coppia molto povera che viveva in un villaggio. Quando il padre del marito si ammalò gravemente a causa di una misteriosa malattia, i coniugi furono costretti a spendere tutti i loro soldi per permettergli di guarire. Una volta rimasti senza denaro, la donna decise di vendersi come schiava per comprare delle medicine da dare al suocero. Quando suo marito si accorse del sacrificio di sua moglie, iniziò a preparare delle torte da dedicarle, per questa ragione la sua ricetta prese il nome di “torta della moglie”. Le torte divennero così popolari che l’uomo iniziò a venderle, riuscendo così a guadagnare abbastanza soldi per riacquistare la sua amata moglie.

Ovviamente non possiamo sapere quanto di vero ci sia dietro questa leggenda, ma ciò di cui possiamo essere certi è che da sempre le donne hanno lottato e si sono sacrificate per difendere i loro diritti o per salvare i loro cari. Le donne hanno un istinto materno innato ed è proprio la loro dolcezza e la loro sensibilità che le porta a proteggere i valori di cui la nostra società ha più bisogno. La loro diplomazia unita al loro coraggio e al desiderio di battersi per qualsiasi causa abbiano a cuore, rappresentano la speranza che un mondo migliore possa ancora esistere, un mondo in cui esse cessino di essere spettatrici, un mondo in cui possano apportare il loro contributo, perché il loro contributo è quello di cui si ha maggiormente bisogno. 


Che tu possa trascorrere questo mese nel più dolce dei modi. 


Annamaria Musichini


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Fengshui: E' tempo di rinfrescare casa. 

5 Consigli per far tornare l'energia positiva!

Con l’arrivo di ogni stagione ci si prepara a diversi cambiamenti, non solo a livello di temperatura ma anche di routine; si sfrutta maggiormente l’energia solare facendo passeggiate anche oltre le 18, momento in cui tramonta il sole d’inverno; ci si gode gli spazi all’aria aperta quali parchi e piazze della città, e soprattutto si alleggerisce il guardaroba. Già che ci siamo, perchè non dare una boccata d'aria fresca anche alla nostra abitazione?

Ecco a voi 5 consigli per richiamare energia positiva nelle stanze della nostra dimora.

Luci e lampade - È risaputo che l’assunzione di luce naturale apporta benefici al nostro corpo non solo a livello fisico ma anche psicologico, di fatto avere aree dell’abitazione chiare e luminose agisce in maniera positiva a livello inconscio. L’aggiunta di illuminazioni è molto importante quando si applica il bagua alla planimetria della casa, soprattutto in caso in cui quest’ultima abbia forma irregolare, la luce completerà i trigrammi mancanti.

Cristalli e specchi - Grazie alla loro natura riflettente essi sono in grado di ravvivare una stanza, i cristalli possono essere posizionati non solo sui mobili adiacenti le pareti, ma anche al centro delle stanze, assieme a pietre preziose. La posizione dello specchio deve essere strategica e non casuale, altrimenti si rischia di far fluire troppo velocemente energia con la conseguenza che questa si disperderà. Evitate di posizionare lo specchio di fronte alla porta di ingresso in quanto l’energia in entrata verrà rimbalzata all’esterno della dimora.

Ordine - Pur quanto possa sembrare scontato, l’ordine è di vitale importanza non solo per un ottimale flusso di qi, ma anche per un quieto vivere. É stato dimostrato che una stanza disordinata rispecchia la mente confusa di chi la abita, allo stesso tempo una stanza ordinata è simbolo di chiarezza e pace mentale. Mantenere il nostro luogo abitativo in ordine può essere il primo passo per fare chiarezza sui nostri pensieri.

Piante e fontanelle o acquari - simbolo della fase Acqua, queste aggiunte serviranno a ribilanciare una stanza con elementi delle fasi Metallo e Fuoco, come ad esempio mobili e oggetti in metallo e plastica. Lo scorrere dell’acqua della fontanella richiama lo scroscio naturale dell’acqua dei fiumi, quest’oggetto potrebbe costituire il centro di un’area relax o di pace della tua dimora. La vegetazione è simbolo indiscusso di vita, dove ci sono piante rigogliose c’è energia positiva, monitorare lo stato delle tue piante può aiutarti a capire quanta energia c’è nel tuo luogo abitativo.

Colori - Cambiare ogni tanto colore delle pareti ci aiuta a stare meglio, così come ogni sette anni ogni cellula del nostro corpo può dirsi “nuova”, allo stesso modo effettuare modifiche alla nostra casa ci aiuta a contemplare un senso di crescita ed evoluzione. Per quanto riguarda la scelta dei colori, che è molto importante, bisogna dare spazio però a quelli che sono i proprio gusti personali e non lasciarsi condizionare troppo da libri e manuali, di conseguenza consiglio di discuterne con chi convivete nella consapevolezza però dell’effetto che i colori caldi e freddi apportano a livello inconscio.

Anna Judy Bosetti 安珠迪