Giugno è un mese ricco di significato per chi vive il mondo dell’istruzione. In Cina è il periodo del gaokao 高考, l’esame di ammissione all’università; in Italia e in Europa coincide con la fine dell’anno scolastico, con diplomi, lauree e programmi di scambio culturale in piena attività. In questo contesto dinamico e formativo, il chengyu che proponiamo per il mese è:
教学相长 (jiào xué xiāng zhǎng)
Insegnando si impara, imparando si cresce insieme
Ma cosa vuol dire?
Questo chengyu deriva da un passaggio del Libro dei Riti (《礼记·学记》), testo classico confuciano:
“学然后知不足,教然后知困……故曰教学相长也。”
“Xué ránhòu zhī bùzú, jiào ránhòu zhī kùn… gù yuē jiàoxué xiāng zhǎng yě”
“Solo studiando si comprende ciò che non si sa, solo insegnando si comprende dove si è in difficoltà… per questo si dice che insegnamento e apprendimento si rafforzano a vicenda.”
Insegnare e imparare sono due facce della stessa crescita: chi insegna consolida le proprie conoscenze e ne scopre di nuove grazie al confronto con gli altri; chi impara non solo riceve contenuti, ma stimola l’insegnante a migliorarsi. Nel pensiero confuciano, l’educazione è un processo morale, sociale e continuo, che coinvolge tanto il maestro quanto l’allievo. L’insegnamento non è mai a senso unico: chi insegna non trasmette solo nozioni, ma si espone alla possibilità di apprendere attraverso il confronto, il dubbio, e persino l’errore.
Dove incontriamo oggi 教学相长?
Nel contesto globale odierno, 教学相长 è più attuale che mai. Nei programmi di scambio internazionale, nei corsi di lingua, nei progetti Erasmus o nei partenariati tra scuole e università, l’incontro tra culture diverse rappresenta un arricchimento reciproco. Non è solo lo studente a crescere: l’insegnante, l’ospite, il tutor locale imparano a loro volta. La cultura dell’altro diventa uno specchio e una sfida: impariamo non solo contenuti, ma anche modi diversi di pensare, vivere, comunicare. Questo chengyu ci invita a superare la visione passiva dell’educazione e a riscoprirla come scambio, dialogo e costruzione comune di sapere. In un mondo segnato da differenze, migrazioni e trasformazioni, il chengyu 教学相长 ci invita a reimparare ad apprendere. Ogni scambio è un invito a rallentare, ascoltare e scoprire: insegnare, sì — ma con l’umiltà di chi sa di avere ancora molto da imparare.
Con lo sviluppo delle piattaforme online (come Coursera, Duolingo, Tandem, Moodle), si è rafforzato il modello dell’apprendimento orizzontale: ognuno può insegnare ciò che sa, anche fuori da un contesto formale. Questa dinamica, chiamata spesso peer learning, è una delle manifestazioni contemporanee più evidenti del principio di 教学相长. Il sapere non è più “proprietà” esclusiva dell’insegnante, ma una rete fluida e collaborativa di conoscenze condivise.
Nel mondo odierno, segnato da crisi globali ma anche da straordinarie possibilità di incontro, il valore di 教学相长 si estende oltre l’aula: è una chiamata a educarsi a vicenda, ad ascoltarsi davvero, a imparare da ogni relazione. Che tu sia un insegnante, uno studente, un formatore, un genitore, un volontario, un viaggiatore: c’è sempre qualcosa che puoi insegnare e sempre qualcosa che puoi imparare.
Roberta Galazzo
Fonti
《礼记·学记》 (Libro dei Riti – Capitolo Xue Ji)
荀子《劝学篇》 (Xunzi, Esortazione allo studio)
Marcello Gozzini e Giovanni Flores, Perché la guerra (per riflessioni sull’educazione e i modelli culturali)
Bentornato o benvenuto caro lettore nella rubrica dedicata ai film e serie tv cinesi, dove consigliamo e recensiamo titoli ogni mese. Giugno è un mese che sta in mezzo, è il sesto di dodici mesi che segna la metà dell’anno. Inizia a fare caldo, le scuole chiudono, ci sono esami da preparare e le giornate si allungano. Chi preferisce l’estate gioisce ad andare al mare, chi preferisce i mesi più freschi si incolla all’aria condizionata. Insomma è un mese che o lo si ama o lo si odia.
Per questo mese ho scelto di portare un c-drama che, anche se non l’hai visto, ne avrai sicuramente sentito parlare: Meteor Garden. Questo drama è come Giugno, o ci piace o non ci piace. La serie è un remake cinese ispirato al celebre manga giapponese “Hana Yori Dango” di Yoko Kamio. La storia è stata adattata in diverse versioni asiatiche, tra cui l'iconico drama taiwanese del 2001 e la versione sudcoreana “Boys Over Flowers”, amatissima dal pubblico internazionale.
Ci troviamo a Shanghai, la protagonista della vicenda è Dong Shangcai, studentessa di umile origine che viene ammessa ad una delle università più prestigiose del paese, frequentata da ricchi e studenti benestanti, la Ming De. Iniziata l’università, Shangcai si mostra eccentrica e con un temperamento forte e determinato che la metterà in diverse avventure sia nell’università che fuori. Tra i corridoi della scuola si imbatte nel gruppo degli F4, i bulli della scuola che si divertono ad infastidire gli altri studenti sfidandoli a “bridge”, iconico gioco di carte di cui sono campioni. Il gruppo è composto da quattro studenti universitari ventenni o quasi, provenienti da famiglie ricche e contesti familiari facoltosi: Huaze Lei, Xi Men, Mei Zuo e Daoming Si, il leader del gruppo interpretato da Dylan Wang.
Shancai entra subito in conflitto con il gruppo, in particolare con Daoming Si, il quale le calpesta “accidentalmente” il cellulare con le sue scarpe verdi. Invece di subire in silenzio, Shancai reagisce a testa alta, affrontandolo senza timore. Tra i due l’antipatia è immediata, ma il coraggio e la tenacia di lei incuriosiscono Dao Ming Si: nessuno, fino a quel momento, aveva mai osato opporsi apertamente al loro potere all’interno dell’università.
Questa serie suscita opinioni contrastanti tra le persone che l’hanno vista: alcuni la apprezzano, mentre altri la trovano banale e noiosa. C’è da dire che i 49 episodi da cui è composto il drama non giocano proprio a suo favore. Comunque, Meteor Garden affronta la vita degli studenti, esplorando non solo la vita scolastica ma anche le relazioni sentimentali e i temi legati all’identità e alla crescita personale. I due protagonisti rappresentano le due facce della stessa moneta: Shangcai fa parte degli studenti provenienti da ambienti modesti, Daoming Si è lo studente con la strada spianata dagli affari di famiglia e con la possibilità di studiare/lavorare all’estero.
Inoltre, i personaggi si confrontano con le aspettative familiari e le pressioni sociali del dover eccellere nello studio e nella vita, tematiche che riflettono le reali sfide vissute dagli studenti.
Meteor Garden non si limita a raccontare una storia romantica: offre uno sviluppo profondo dei personaggi, accompagnandoli in un percorso di crescita interiore fatto di dubbi, scelte difficili e riflessioni sulla propria vita. Che piaccia o meno è una serie che ogni sinofilo o studente di cinese non può perdersi.
Chiara Fonti
Liu xing hua yuan (serie televisiva 2018) - Wikipedia
Meteor Garden | Official Trailer | Netflix
"La nuova via della seta: Voci italiane sul progetto globale cinese” Francesco De Filippo
Se ci concentriamo sugli scambi commerciali e culturali, che collegano l’Occidente ad una delle potenze mondiali, non possiamo non fare riferimento alla Via della Seta.
Questo mese, infatti, il libro che ti consiglio di leggere è “La nuova via della seta: voci italiane sul progetto globale cinese” di Francesco de Filippo. Pubblicato nel 2019, è un testo semplice ma conciso che spiega le origini del nome e l’evoluzione del progetto cinese, includendo le interviste dell’autore ad alcuni esperti che affrontano la questione riguardo la prospettiva italiana.
Sono due gli ideogrammi traslitterati in Yidai Yilu, 'una cintura una strada', che nascondono in realtà un piano gigantesco e ambizioso, in grado di cambiare per sempre i rapporti tra Oriente e Occidente. Miliardi di dollari di investimenti, 70 Paesi coinvolti, nuove infrastrutture, scambi commerciali, cooperazione e comunicazioni facilitati, sono le principali caratteristiche del piano cinese.
La Via della Seta ci riguarda da vicino e per varie ragioni, tutte elencate con chiarezza dall'autore: gli investimenti massicci compiuti dai cinesi nel Made in Italy, per rafforzare il rapporto con le piccole e medie imprese italiane, la necessità per noi di far crescere l'export italiano verso la Cina, ma anche il ruolo strategico per lo scambio commerciale che i porti di Genova, Venezia e soprattutto Trieste potrebbero ricoprire con la nuova Via della Seta.
Nel tentativo di comprendere realmente la situazione, il libro presenta le riflessioni di dieci manager, esperti, industriali, economisti che conoscono la Cina e le dinamiche del mercato, i quali chiariscono più di un punto su che cosa questo mastodontico piano potrebbe significare per l'Italia. Per tutti, uno dei nodi centrali è quello dell'Europa, formalmente unita ma che ancora una volta fa emergere numerose criticità e divisioni: alleata degli americani (che guardano con diffidenza un'influenza maggiore di Pechino) ma attratta dalle prospettive commerciali con la Cina; un’istituzione i cui Stati membri firmano accordi singoli con Pechino.
La nuova Via della Seta è forse uno dei più importanti progetti mai elaborati.
Una sola via o tante vie? Vecchie o nuove? Qualunque sia la risposta, ci si riferisce ad un percorso ricco di storie, di viaggi, di incontri e di scambi di commercio e cultura. Tutto comincia dalle necessità di approvvigionamento di diversi popoli per poi estendersi alle interazioni tra diverse culture, filosofie e religioni. Essa non ha consentito solo lo scambio di beni materiali, di importanti scoperte scientifiche ed innovazioni tecnologiche, ma è stata anche patria di incontri/ scontri tra imperi ed etnie.
Ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo storico e culturale delle civiltà coinvolte, contribuendo a collegare mondi distanti e a creare un'interdipendenza economica e culturale.
Attualmente, come cita il libro, si parla anche di una "Nuova Via della Seta", un'iniziativa cinese per la costruzione di infrastrutture e rotte commerciali moderne.
Riuscirà nella sua realizzazione o l’Italia rimarrà ferma nella sua posizione di non far più parte del progetto?
Scrivici cosa pensi nei commenti del nostro sino club.
Veronica Picardi
Fonti:
La crescente globalizzazione e interconnessione delle culture ha notevolmente influenzato anche la gastronomia, portando a un’ampia varietà di piatti, che rappresentano la diversità del mondo culinario contemporaneo. La massima espressione dell’unione tra culture culinarie differenti è rappresentata da quella che viene oggi definita cucina Fusion, o Fusion Food.
Essa può essere considerata una vera e propria forma d’arte culinaria, in quanto rappresenta la perfetta sinergia tra tradizioni gastronomiche diverse, dando vita a piatti unici, che deliziano il palato e aprono nuove prospettive gustative.
La cucina Fusion ha un significato ben preciso: essa rappresenta un mix non solo di ingredienti, ma anche di usanze, storia e tradizione. Grazie alla cucina, infatti, culture e tradizioni diverse si incontrano e si arricchiscono a vicenda, per dare vita a piatti totalmente originali, che non appartengono, in fondo, né all’una né all’altra, ma che hanno un po’ di entrambe.
Il fusion food può essere ispirato da una vasta gamma di tradizioni culinarie, dalla cucina asiatica e latino-americana, a quella europea e mediorientale. Ma, in Italia, quando si parla di cucina Fusion, si fa spesso riferimento alla nostra tradizione culinaria fusa con quelle orientali. In alcuni ristoranti di Milano, ad esempio, si ha la possibilità di assaporare del pane cinese fritto, tipico della colazione, che viene però servito come aperitivo, da accompagnare a caponata e pesto. O ancora, il Bao al vapore con il lampredotto, il Mapo Tofu, che al posto del maiale piccante usa la 'Nduja calabrese, i Wanton ripieni come i tortellini emiliani e serviti con una fonduta di Parmigiano, e molto altro.
La cucina Fusion non è una semplice rivisitazione di una ricetta, bensì una reinterpretazione di quest’ultima, sulla base delle esperienze dello chef, che si affaccia al mondo, lo studia e cerca di coglierne la parte migliore. Il suo obiettivo è quello di offrire esperienze gustative stimolanti, perché è vero che saper realizzare i giusti accostamenti tra gli ingredienti è di fondamentale importanza, tuttavia, non è sufficiente. Un piatto si può considerare Fusion quando riesce a trasmettere, a chi lo assaggia, l’essenza e la filosofia della prima e della seconda cultura, e soprattutto quando riesce a suscitare in lui un’emozione.
E tu, che ne pensi della cucina Fusion? Credi che sia un concetto interessante, o solamente una barbarie che stravolge entrambe le culture coinvolte? Dicci la tua nel salotto del Club.
Annamaria Musichini
https://www.cimasristorazione.com
L’arte senza confini di Lin Fengmian
Nel vasto panorama dell’arte cinese moderna, pochi artisti incarnano con tanta lucidità la tensione – ma anche la fertilità – dello scambio culturale come Lin Fengmian (1900–1991). Pittore, pedagogo e visionario, fu tra i primi a esplorare con coerenza un linguaggio artistico capace di dialogare con l’Occidente senza rinunciare alle radici della tradizione cinese. La sua esperienza biografica e artistica, oggi riscoperta e valorizzata, illumina una delle questioni più vitali della modernità asiatica: come tradurre un'identità artistica millenaria in un mondo attraversato da circolazione globale, modernizzazione e contatto tra culture?
Originario del Guangdong, Lin si formò in un ambiente impregnato dalla classicità dell’arte cinese. Fin da giovane dimostrò un talento precoce, ma anche una viva curiosità per forme espressive altre, percepite attraverso stampe occidentali e riproduzioni. A partire dal 1919, grazie al programma governativo Work-Study, raggiunse la Francia e studiò a Digione e Parigi, assorbendo le tecniche e la grammatica visiva dell’impressionismo e del post-impressionismo. Questo contatto diretto con l’arte europea non comportò un semplice processo di assimilazione, quanto piuttosto una riflessione critica e poetica sull’alterità culturale. Come egli stesso avrebbe affermato, la pittura cinese era fatta “di poesia e atmosfera”, ma aveva bisogno di nuova linfa per non fossilizzarsi. Allo stesso modo, le avanguardie europee, pur libere e sperimentali, avevano perso il legame con la contemplazione del vuoto e con il valore del gesto calligrafico.
È in questo spazio intermedio – né propriamente orientale né completamente occidentale – che nasce il suo linguaggio visivo. I paesaggi che produce al ritorno in Cina sono attraversati da un lirismo fatto di nebbie leggere e figure evanescenti, eppure costruiti secondo una sintassi spaziale più solida e prospettica, derivata dagli studi europei. La linea – cuore pulsante della pittura cinese – si fa qui più nervosa, più dinamica, mentre la composizione si apre a influssi simbolisti e fauve. Ne emerge una pittura che è al tempo stesso memoria e reinvenzione, tradizione e movimento.
Lo scambio culturale, in questo caso, non si configura come una semplice importazione di stilemi, ma come una negoziazione profonda tra due visioni del mondo. Le arti visive diventano un luogo di transizione, dove l’alterità non viene né esotizzata né annullata, ma accolta come interlocutrice attiva. Si potrebbe dire che ogni opera prodotta da Lin, così come da altri esponenti di questa generazione, sia il risultato di un processo di traduzione culturale: un tentativo di rendere visibile, attraverso forme ibride, la complessità dell’identità cinese in un secolo segnato da guerre, rivoluzioni e aperture.
In qualità di direttore della nuova Accademia di Belle Arti di Hangzhou, contribuì a formare intere generazioni di artisti che si sarebbero mossi sulla scia di questa integrazione creativa. Tra di essi, spicca Wu Guanzhong, altro grande nome della pittura cinese moderna, che riconosceva nel suo maestro il merito di aver “aperto le finestre” dell’arte cinese verso il mondo.
Oggi, il contributo di Lin Fengmian può essere letto alla luce delle sfide contemporanee legate alla globalizzazione culturale. Il suo lavoro invita a riflettere sulla possibilità di mantenere viva una tradizione artistica senza cadere né nel nazionalismo né nella copia. In un’epoca di scambi rapidi e spesso superficiali, la sua pittura propone invece uno scambio lento, meditato, stratificato: un vero e proprio dialogo estetico tra civiltà.
L’incontro tra Oriente e Occidente, come dimostrano le sue opere, non è mai neutro. È un processo di tensione, ma anche di arricchimento. In ogni tratto di pennello che unisce l’eleganza della calligrafia ai colori della modernità europea, si legge una testimonianza silenziosa ma potente del potenziale trasformativo dell’arte come ponte tra mondi diversi.
Chari De Santis
Zhang Xiaoming, “Lin Fengmian and the Modernization of Chinese Painting,” Art Journal, 69(2), 2010.
Xiao Yu, “The Chinese Painter Who Fused East and West,” Sixth Tone, 8 luglio 2024. https://www.sixthtone.com/news/1015458
Questo mese parliamo di scambi commerciali tra Cina e Italia, d'altronde come evitarlo, negli ultimi anni il gigante asiatico è diventato oggetto di interesse dell’Italia e non solo.
Ripercorrendo la storia del Paese di mezzo, ricordiamo sicuramente, che prima delle riforme di apertura di Deng Xiaoping, il paese era caratterizzato da una chiusura e da un forte isolamento, che hanno portato a un arretratezza economica e sociale. Questo periodo, incluso quello della Rivoluzione Culturale, ha causato un grave rallentamento dello sviluppo e ha reso la Cina un paese relativamente povero e tecnologicamente inferiore rispetto al resto del mondo.
Tra l’altro, la Rivoluzione Culturale ha causato una perdita di capitale umano e ha interrotto molti progetti di sviluppo.
La Cina, essendo isolata, non beneficiava degli investimenti esteri e delle tecnologie che sarebbero state fondamentali per accelerare il suo sviluppo; la libertà di movimento era limitata, sia all'interno del paese che verso l'estero. Questo ha ostacolato lo sviluppo del commercio e il flusso di informazioni tra diverse regioni.
Grazie alle riforme messe in atto da Deng Xiaoping, c’è stato un notevole cambiamento, ma la situazione di arretratezza ha lasciato significative cicatrici difficili da colmare.
A partire dall’inizio del secondo millennio i rapporti fra Italia e Cina si sono intensificati sul piano economico ma anche sul piano culturale. Una delle conseguenze di questo reciproco interesse sta nel fatto che entrambi i paesi sono consapevoli di poter ricavare vantaggi da questa cooperazione, apprendendo quanto più possibile l’un l’altro.
Ad oggi, sono circa 2 mila le aziende italiane che operano in Cina con un fatturato invidiabile. Infatti, la Cina è il quinto partner commerciale dell’Italia per diversi settori che spaziano dall’arredamento, alla tecnologia, al food&beverage, al turismo.
Sono stati finanziati numerosi progetti con lo scopo di consolidare i rapporti Italo-cinesi, ed oggi, il settore preso in considerazione sarà quello del vino.
La Cina, pur avendo alle spalle una storia ben consolidata, è sempre più affascinata dai prodotti Made in Italy. Con le nuove generazioni “al comando”, il settore vitivinicolo ha preso sempre più piede nelle grandi città, aumentando la percentuale di consumo dei prodotti italiani.
Il settore del vino è un settore particolare, che richiede, oltre alla qualità del prodotto in sé, anche la massima attenzione alla questione marketing. Infatti, non è un caso se la popolazione cinese è stata definita “tra le più attente ai dettagli” di qualsiasi altro paese al mondo.
Ad esempio, se in passato il vino era considerato un bene di lusso e quindi limitato al consumo delle classi più ricche, oggi, il vino italiano è diventato un bene a portata di tutte le classi di consumatori, dagli appassionati ai più curiosi.
Il vino rosso, colore che nella tradizione cinese ha un’importanza non indifferente, è sempre stato il favorito per via delle sue proprietà benefiche, ma con l’aumento degli scambi commerciali e soprattutto culturali che vedono la generazione Z continuamente in viaggio verso l’Occidente, il vino bianco si sta sempre più facendo spazio tra le richieste dei consumatori.
Come accennato in precedenza, la questione del marketing in questo settore gioca un ruolo cruciale: il prodotto deve essere perfetto dalla fase di produzione, all’imbottigliamento, al packaging fino alla spedizione finale, in cui non bisogna trascurare nessun dettaglio.
Bisogna prestare attenzione ai colori utilizzati per le etichette, alle diciture e ai simboli utilizzati per il packaging.
La scaramanzia farà sempre parte della cultura cinese e per questo, se le aziende italiane vogliono continuare o addirittura iniziare ad espandersi sul mercato del grande Gigante Asiatico, devono essere in grado di rispettare cultura e tradizione, motivo per cui non tutte le aziende riescono a raggiungere l’obiettivo sperato.
Si tratta pur sempre di un mercato complesso e ricco di insidie, in continuo cambiamento. In futuro, con le nuove tecnologie, e magari con un clima politico-commerciale più disteso, le aziende italiane riusciranno ancora a fare breccia nel cuore della popolazione cinese?
Dicci cosa ne pensi nei commenti.
Veronica Picardi
Fonti: Wikipedia
Dipartimento Import-export settore vitivinicolo
l 2025 è l’anno del Serpente, un segno dello zodiaco cinese che simboleggia trasformazione, saggezza e la capacità di rinnovarsi. Questo tema è particolarmente rilevante per il mese di giugno, un periodo di transizione verso l’estate che favorisce lo scambio culturale e l’apertura mentale. Nella filosofia orientale, Feng Shui e l’astrologia cinese si intrecciano per guidarci verso spazi più armoniosi, relazioni più consapevoli e una crescita personale e collettiva. Secondo il Feng Shui, l’ambiente in cui viviamo e studiamo è strettamente legato alla nostra capacità di apprendere e di accogliere nuove idee. È importante che la nostra scrivania sia in Command Position, ossia orientata verso la porta ma non direttamente di fronte, in modo da avere il controllo dello spazio e favorire la concentrazione. In questo modo, possiamo creare un ambiente che sostiene l’apprendimento e stimola la curiosità. L’elemento Legno, simbolo di crescita e rinnovamento, è particolarmente indicato per favorire l’educazione. Può essere rappresentato da piante, mobili in legno naturale, oppure tonalità di verde e blu. Questo elemento contribuisce a creare un ambiente stimolante, capace di nutrire la mente e l’anima.
Il Serpente: simbolo di saggezza e scambio culturale
Nell’astrologia cinese, il Serpente è associato alla saggezza, alla riflessione e all’intuizione. È un segno che invita a guardare in profondità e a comprendere le diverse sfaccettature della cultura umana. In quest’anno del Serpente, è particolarmente indicato approfondire le proprie conoscenze, partecipare a corsi di formazione interculturale e dedicare tempo alla lettura di testi internazionali o alla visione di film provenienti da altre tradizioni. Giugno, con la sua energia di passaggio, è il mese perfetto per costruire ponti tra culture. Il Serpente, infatti, non è un segno impulsivo: predilige la riflessione, l’ascolto e la comprensione, qualità fondamentali per creare un dialogo interculturale autentico. Inoltre, combinazioni astrologiche come Serpente-Scimmia (curiosità intellettuale) e Serpente-Gallo (organizzazione e precisione) stimolano l’apprendimento e lo scambio di idee.
Nel Bagua del Feng Shui, la zona dedicata alla Conoscenza e Saggezza si trova a nord-est della casa o della stanza. Attivarla significa stimolare l’apprendimento e la capacità di assimilare nuove informazioni. Nel Feng Shui, il Bagua è una mappa energetica che suddivide lo spazio in nove settori, ciascuno legato a un aspetto della vita (carriera, famiglia, salute, conoscenza, ecc.). Per stimolare la crescita intellettuale e lo scambio culturale, ci concentriamo sull’area Gen, associata alla conoscenza e alla saggezza, posizionata a nord-est della casa o della stanza.
Come attivare l’area Gen:
Decluttering: Rimuovi il disordine per far fluire l’energia liberamente. Una scrivania pulita favorisce la concentrazione e la chiarezza mentale.
Elementi di Legno: Inserisci piante, oggetti in bambù o quadri con paesaggi naturali. Il Legno rappresenta crescita, apertura e rinnovamento.
Simboli di apprendimento: Libri, quaderni, globi, mappe, souvenir etnici o strumenti musicali tradizionali sono ideali per evocare lo scambio culturale.
Luce e colori: Prediligi una buona illuminazione naturale o lampade a luce calda. Usa tonalità di verde e blu per richiamare la crescita e la freschezza mentale.
Specchi e cristalli: Se vuoi potenziare ulteriormente l’energia, puoi posizionare uno specchio per amplificare la luce e un cristallo di quarzo per equilibrare le vibrazioni.
Consiglio pratico: Se la tua scrivania si trova in un’altra zona della casa, puoi comunque decorarla con simboli di apprendimento e oggetti che richiamino culture diverse: l’importante è mantenere un ambiente ordinato e stimolante!
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